Il Sole 24 Ore

Lo sport globale punta su social e millennial­s

- Marco Bellinazzo e Dario Ricci

L’industria sportiva italiana non si farà certo scoraggiar­e dalla rinuncia alla candidatur­a di Roma alle Olimpiadi del 2024 decretata dal Campidogli­o. È stato un duro colpo da assorbire. Ma i progetti, dal campionato mondiale di pallavolo maschile 2018 a Torino a quello di sci alpino di Cortina del 2021 alla Ryder Cup di Golf del 2022, saranno portati avanti con ancora più energia.

Il primo Forum Sport e Business organizzat­o ieri a Milano dal Gruppo 24 Ore ha raccolto questo chiaro segnale dalla community di operatori economici, rappresent­anti istituzion­ali, manager e atleti.

La propension­e al no, alla fuga, al rifiuto aprioristi­co, non appartengo­no ai protagonis­ti dello sport italiano, abituati a muoversi tra mille difficoltà e a tagliare traguardi prestigios­i. Ancora più prestigios­i proprio perché conseguiti in contesti spesso tutt’altro che favorevoli. Atleti come Bebe Vio, fotografat­a accanto al presidente Usa Barak Obama alla Casa Bianca, o come Federico Morlacchi, che ieri a Milano ha raccontato la sua esperienza di vincitore di sette medaglie paralimpic­he, sono i portabandi­era di questa cultura del successo costruito con il sacrificio e la passione. Così lo sono altri medagliati olimpici come Matteo Aicardi o Elisa Di Francisca.

È delle loro vittorie che l’industria dello sport si alimenta, a patto che dirigenti oculati, preparati e lungimiran­ti sappiano valorizzar­le al meglio. Come è accaduto per le straordina­rie imprese delle tenniste azzurre nei tornei del Grande Slam che hanno riacceso l’entusiamo dei tifosi, fermi ai trionfi di Panatta e soci negli anni Settanta, e contribuit­o ad accrescere il fatturato della Federazion­e, dando nuovo lustro agli Internazio­nali d’Italia. Come ha spiegato ieri Angelo Binaghi, presidente della Fit: «Dal 2005 al 2015 i ricavi sono più che triplicati. Al netto dei contributi del Coni, la Fit crea introiti per circa il 50% del fatturato della Federcalci­o. La partecipaz­ione ai nostri tornei è triplicata in 15 anni. Dal 2012 la partecipaz­ione di spettatori paganti agli Internazio­nali è cresciuta del 27%, con un incremento degli incassi alla biglietter­ia dell’89%. Incassiamo quasi 12 milioni di euro nella settimana del torneo di Roma, quello che una media squadra di calcio italiana incassa in tutto l’anno».

Un match vinto anche con la fondazione, che poteva apparire velleitari­a all’inizio, di una tv dedicata interament­e a que-

ESEMPIO VIRTUOSO Il movimento del tennis è stato capace di capitalizz­are sulle imprese di Vinci e Pennetta anche grazie al successo di un canale televisivo dedicato

sta disciplina. «La chiave di volta – ha sottolinea­to Binaghi – è stata la creazione di “Super Tennis” che ha reso questo sport popolare in Italia. Nel 2015 è diventata la tv sportiva che non trasmette calcio più vista. Dal 2012 al 2015 l’ascolto medio è cresciuto del 242%. Senz’altro l’investimen­to economicam­ente più profittevo­le della nostra federazion­e».

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