Il Sole 24 Ore

Pensioni, l’Ape volontaria apre al part-time

L’uscita anticipata è possibile se si mantiene un assegno di almeno 7-800 euro

- Di Davide Colombo e Marco Rogari Servizi

L’anticipo pensionist­ico volontario che da maggio potranno chiedere lavoratori con almeno 63 anni e 20 di contributi, non sarà incompatib­ile con il mantenimen- to dell’impiego o la trasformaz­ione del contratto da tempo pieno a part-time. Il prestito ponte finanziato dalle banche e da rimborsare in 20 anni sarà molto flessibile: se ne potrà chiedere anche solo una quota per integrare il minor reddito da lavoro realiz- zando così quelle forme di invecchiam­ento attivo finora mai sperimenta­te. L’altro vincolo per accedere all’Ape riguarda il livello della pensione di vecchiaia futura: al netto dei rimborsi non dovrà essere inferiore ai 700-800 euro al mese.

pL ’anticipo pensionist­ico (Ape) che debutterà in maggio potrà essere acceso anche da lavoratori intenziona­ti a mantenere l’impiego o che trasformin­o il loro contratto in un part time o in un’altra forma più leggera. L’opzione vale per la cosiddetta Ape volontaria, cui si potrà accedere con 63 anni di età e 20 di contributi minimi, ovvero quando ci si trova a non più di 3 anni e 7 mesi dal diritto alla pensione di vecchiaia. Altro requisito da rispettare (anche per l’Ape d’impresa) è il livello minimo dell’assegno pensionist­ico di cui si beneficerà dopo il prestito-ponte al netto del rimborso: dovrà essere non inferiore a 700-800 euro netti.

Il prestito ponte, ottenuto dopo che l’Inps ha certificat­o la data di partenza e il valore della futura pensione di vecchiaia, può essere pari anche a una frazione del futuro assegno pensionist­ico, per esempio il 50%, per integrare appunto il reddito da lavoro ridotto dalla eventuale scelta di passaggio a un contratto a tempo parziale. L’Ape volontaria ha un costo che dovrebbe oscillare tra il 4,6 e il 4,7% per ogni anno di anticipo, e dovrà essere rimborsato come noto in vent’anni con un prelievo sulla pensione finale. Il costo comprende sia il Tasso annuale nominale (Tan) sia il premio assicurati­vo sul prestito bancario, a copertura dell’ipotesi di pre-morienza del beneficiar­io. Questi due valori non saranno indicati nella legge di Bilancio attesa in Parlamento ma arrive- ranno con gli accordi-quadro che dovrebbero essere chiusi nei prossimi mesi con Abi e Ania.

Il costo dell’Ape sarà in parte compensato con una detrazione in quota fissa del 50% sulla quota interessi pagata dal pensionato, che diventa un credito di imposta in caso di incapienza. Questi sgravi valgono anche nel caso di accesso all’Ape d’impresa, quella cioè accesa sulla base di un accordo tra le parti e i cui costi saranno parzialmen­te sostenuti dal datore di lavoro attraverso un versamento all’Inps di una contribuzi­one correlata alla retribuzio­ne del dipendente prima della chiusura del contratto.

C’è un altro requisito che bisogna rispettare per accedere all’Ape volontaria o d’impresa: l’assegno pensionist­ico di vecchiaia che si avrà al termine del “prestito-ponte”, al netto della quota di prelievo per il rimborso, non dovrà essere inferiore a 1,4 volte il minimo (circa 700-800 euro); un limite voluto per evita- re situazioni di “rischio povertà” dei beneficiar­i.

Con la chiusura degli accordiqua­dro con banche e assicurazi­oni sarà attivato un fondo di garanzia al ministero dell’Economia per abbattere il “rischio credito” e il “rischio di contropart­e” sulle assicurazi­oni. In particolar­e, poiché il prestito bancario rientra nella categoria del credito al consumo, che prevede requisiti di patrimonia­lizzazione al 75%, grazie al fondo questi requisiti scenderebb­ero al 15%.

L’Ape volontaria e l’Ape d’impresa consentira­nno in altre parole di sperimenta­re nel prossimo biennio forme di finanziame­nto-ponte a basso costo che non solamente apriranno la strada al ritiro anticipato dal mercato del lavoro ma, anche, a scelte di invecchiam­ento attivo capaci di mantenere tassi di occupazion­e migliori anche in età più avanzate. Si tratta di opzioni ulteriori rispetto al part-time agevolato introdotto l’anno scorso e che rien- trano in pieno nella logica di un sistema pensionist­ico contributi­vo nel quale una continuità di versamenti fino all’ultimo anno prima della vecchiaia garantisce, come noto, una migliore valorizzaz­ione della pensione finale.

Prima dell’approdo del Ddl di Bilancio alla Camera, atteso per lunedì, potrebbe materializ­zarsi qualche altra piccola novità per effetto delle ultime limature che stanno apportando i tecnici. Il capitolo pensioni è infatti uno di quelli su cui la Ragioneria generale dello Stato ha puntato più a lungo i suoi riflettori. Anche negli ultimi giorni sono finiti sotto la lente dei tecnici i perimetri per le categorie dell’Ape social e, in termini di “dote” da garantire, anche la misura di estensione della no tax area. Non è escluso che la partita prosegua a Montecitor­io dove i gruppi parlamenta­ri sono già al lavoro sui ritocchi da proporre sulle diverse misure.

BONUS FISCALE Per ridurre il costo del rimborso la detrazione in quota fissa del 50% sugli interessi che diventa credito d’imposta nei casi di incapienza

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