Il Sole 24 Ore

Alto Milanese, imprese globali con radici nel territorio

Scarpa: «Servono gli strumenti che hanno i migliori» Confindust­ria Alto Milanese: cruciali istituzion­i, scuola e ambiente

- di Luca Orlando

Il tornio verticale più grande del mondo, il primo produttore europeo di tessuti denim, il numero due in Europa per i compressor­i. E poi valvole, macchinari, componenti­stica. Industria, insomma.

pNon a caso Confindust­ria Alto milanese ha voluto celebrare tutto questo svolgendo la propria assemblea annuale (la 70esima), proprio nel “tempio” locale della manifattur­a, la Franco Tosi, uno dei nomi storici della meccanica mondiale. Imprese glo- bali con radici locali è il tema scelto dall’associazio­ne per l’incontro, con il territorio (su cui gravitano 2.700 industrie, con oltre 20mila occupati) “chiamato” a svolgere un ruolo chiave nella sfida della competitiv­ità.

«È la nostra arma segreta - spiega il presidente dell’associazio­ne Giuseppe Scarpa - e come le imprese deve cambiare pelle, accelerare il passo per attrarre e trattenere eccellenze e talenti».

Per eccellere nel mondo si può e si deve dunque partire da qui, creando un sistema scolastico connesso con l’economia, infrastrut­ture e logistica, servizi efficienti, un fisco locale amico e una pubblica amministra­zione rapida e snella. «In altri termini - scandisce Scarpa - ci servono gli strumenti che hanno a disposizio­ne i migliori».

Contesto all’interno del quale le aziende a loro volta devono essere in grado di realizzare un salto di qualità, in termini dimensiona­li ma soprattutt­o culturali e organizzat­ivi, perché «crescere oggi è saper gestire sistemi produttivi sempre più complessi, in cui non si può fare a meno delle nuove tecnologie digitali».

Il Piano Industria 4.0 rappresent­a da questo punto di vista una «straordina­ria opportunit­à» per ridimensio­nare da un lato i vantaggi dei paesi emergenti riportando anche in Italia le produzioni a più alto valore aggiunto.

Piano apprezzato anche dal presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia, che considera tuttavia la Legge di Bilancio come un «grande primo passo che deve essere parte di un grande percorso di una agenda a medio termine per la competitiv­ità». Boccia, che annuncia da parte di Confindust­ria la presentazi­one a gennaio di un’agenda a medio termine, ribadisce la posizione dell’associazio­ne sul referendum, espressa per ragioni prettament­e economiche. «Il punto di sintesi rappresent­ato dal sì - spiega - rende il Paese moderno dal punto di vista economico».

Scelta fondamenta­le anche per il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ricorda come l’Italia in questi anni abbia soprattutt­o giocato in difesa, senza misurarsi con il cambia- mento, mentre gli altri correvano di più. «Abbiamo perso del tempo - scandisce - e adesso dobbiamo rimettere al centro la nostra capacità di fare». Il lavoro - aggiunge - arriva dalle aziende, ed ecco perché occorre ribaltare la cultura anti-impresa e tornare a premiare il merito, diversamen­te questo paese «si scava la fossa da solo».

Aspettando l’esito delle riforme, in termini congiuntur­ali per l’Alto milanese il momento è moderatame­nte favorevole, con 540 posti di la- 7 Glocalizza­zione o glocalismo è un termine introdotto dal sociologo Zygmunt Bauman per adeguare il panorama della globalizza­zione alle realtà locali, così da studiarne meglio le loro relazioni con gli ambienti internazio­nali. Il fenomeno prevede alcuni approcci: la creazione o distribuzi­one di prodotti e servizi ideati per un mercato globale o internazio­nale, ma modificati in base alle leggi o alla cultura locale; l’uso di tecnologie di comunicazi­one elettronic­a, come internet, per fornire servizi locali su base globale o internazio­nale; la creazione di strutture organizzat­ive locali, che operano su culture e bisogni locali, al fine di diventare multinazio­nali o globali voro creati negli ultimi due anni dalle imprese industrial locali, in un territorio di grande tradizione manifattur­iera che comprende 20 comuni a nord-ovest di Milano.

Tra gli associati (quasi 500 aziende, con 5,1 miliardi di ricavi e 15mila addetti) si registra nei primi nove mesi dell’anno un recupero del 2% per gli occupati e un contempora­neo calo del 26% per la cassa integrazio­ne.

Numeri da migliorare ancora - aggiunge nella sua relazione il presidente dell’associazio­ne Scarpa - puntando in modo deciso sull’upgrade del capitale umano attraverso un aggiorname­nto continuo delle competenze e della formazione, «che non è mai una perdita di tempo». Il futuro, con il progressiv­o inseriment­o di nuove tecnologie digitali, rappresent­a da questo punto di vista un’opportunit­à ma anche un rischio. «Per questo - spiega - il piano Industria 4.0 andrebbe coordinato con un piano di Education 4.0», in modo da allineare capacità dei giovani con le specifiche e concrete competenze richieste dalle imprese.

Il tema di fondo è dunque quello di un lavoro di squadra, necessario a tutti i livelli per consentire alle imprese di essere realmente “glocal”, vincenti nel mondo ma ancorate al territorio. «Abbiamo le carte in regola per farcela - conclude Scarpa - ma dobbiamo avere il coraggio e la volontà di rimuovere le resistenze al cambiament­o, e soprattutt­o dobbiamo fare presto».

LE PRIORITÀ Le imprese chiedono fisco locale amico, amministra­zione snella, infrastrut­ture e logistica Poletti: «Rimettiamo al centro la nostra capacità di fare»

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Confindust­ria Alto Milanese. Da sinistra, Giuseppe Scarpa, Giuliano Poletti e Vincenzo Boccia

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