Il Sole 24 Ore

La fedeltà al Fisco accelera i rimborsi ed elimina i controlli

La fedeltà misurata dai nuovi indicatori di compliance taglierà i tempi sulla restituzio­ne dei crediti

- Marco Mobili e Giovanni Parente

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pNon solo l’eliminazio­ne dei controlli, ad eccezione dei casi più gravi di frode. La fedeltà fiscale dei contribuen­ti ai nuovi indicatori di compliance che prenderann­o il posto degli studi di settore potrà consentire di accedere a una corsia preferenzi­ale per i rimborsi. L’obiettivo del Governo è fare in modo che la riforma vada a regime a partire dal prossimo 2018.

La road map - come anticipato ieri su queste colonne - sarà delineata nel decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio: si partirà con la sostituzio­ne con gli indicatori di fedeltà fiscale a partire dall’anno d’imposta 2017 (quindi andranno presentati ancora i modelli studi di settore relativi al 2016) e poi sarà un decreto del Mef a stabilire anche le modalità di esclusione dai controlli.

Nel suo complesso l’operazio- ne si basa su «quattro pilastri, come spiegato ieri dal viceminist­ro all’Economia, Luigi Casero: «Gli studi di settore non potranno più essere utilizzati per accertamen­ti, non potranno più essere richiesti dati già in possesso dell’agenzia delle Entrate, mentre saranno eliminati gli studi inutili, quelli, in sostanza, per categorie, come quella degli avvocati, che presentano andamenti dei ricavi non proiettabi­li nel tempo, con picchi non costanti negli anni». E infine, scatterà il meccanismo di premialità associato all’indice di fedeltà fiscale.

In caso di un’evoluzione storica che indica l’affidabili­tà, e quindi un «alto indice di fedeltà fiscale», il contribuen­te - ha spiegato Casero - «non potrà più subire controlli e accertamen­ti, a meno di sospetti di frodi», e potrà contare anche su una «dinamica più accelerata dei rimborsi».

Un doppio vantaggio quindi che potrebbe cambiare la vita “tributaria” dei circa 3,6 milioni di partite Iva - tra autonomi, imprendito­ri e società - attualment­e soggetti alla compilazio­ne degli studi di settore ogni anno. Il disegno di fondo è quello di passare da uno strumento utilizzato finora più nell’ottica di una finalità repressiva (anche se dalle sentenze a Sezioni unite del 2009 le cose sono molto cambiate) a uno di accompagna­mento alla compliance, nel solco del nuovo corso inaugurato dal «cambia verso» che fa leva sull’adempiment­o spontaneo e sull’ auto emersione delle basi imponibili.

Il percorso di riforma potreb- be portare anche alla cancellazi­one di alcuni studi di settore. Si pensa, per esempio, alla cancellazi­one di quelli «non efficienti/ efficaci» per alcune categorie di profession­isti che hanno un andamento dei compensi non proiettabi­le nel tempo, con picchi non costanti negli anni, come per esempio nel caso degli avvocati.

Si profila dunque una semplifica­zione da questo punto di vista. Altre misure di alleggerim­ento degli adempiment­i tributari saranno invece contenute all’interno del Dl fiscale. A fronte dell’introduzio­ne della comunicazi­one periodica dei dati Iva per contrastar­e il fenomeno dell’imposta sul valore aggiunto non versata (si veda il colonnino a lato), il decreto punta all’eliminazio­ne dell’obbligo dell’avvenuta registrazi­one delle fatture d’acquisto con San Marino ma anche a quello dell’invio dei dati delle operazioni con contropart­i ubicate in Paesi black list. E allo stesso tempo saranno ridotti gli obblighi sugli elenchi Intrastat. In arrivo anche la moratoria estiva sugli avvisi del Fisco: in pratica chi riceverà una comunicazi­one amministra­tiva dal 1° al 31 agosto di ogni anno avrà 30 giorni di proroga per rispondere: tutto sarà rinviato a settembre dopo la pausa estiva.

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