Il Sole 24 Ore

Arriva il report congiunto di Istat, Inps, Inail e ministero

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pUn report sul mercato del lavoro che mette insieme i dati prodotti da Istat, Inps, Inail e ministero del Lavoro. Un primo passo per ricomporre il puzzle tra dati statistici e dati amministra­tivi, tra “flussi” e “stock” e non ritrovarsi puntualmen­te ogni mese con due “Italie” diverse, una con gli occupati che salgono, l’altra con i contratti che scendono. Ad annunciare che ormai è fatta, che è tutto pronto, è stato il presidente dell’Istituto di statistica, Giorgio Alleva. La svolta sarebbe avvenuta qualche giorno fa a Trento, dopo un incontro tra Alleva e il numero uno dell’Inps, Tito Boeri, a sua volta impegnato nella riorganizz­azione dell’Istituto di previdenza.

Parlando dell’accordo sulla rilevazion­e delle forze lavoro, Alleva ha spiegato: «Abbiamo preso l’impegno per produrre in modo congiunto i dati». La prima uscita sarà a dicembre, con un aggiorname­nto ogni tre mesi. L’obiettivo è mettere fine alla difficile lettura di numeri che, se lasciati scoordinat­i, generano letture distorte. La missione non è però facile, si tratta di unire dati non paragonabi­li tra loro, perché prodotti da fonti diverse, statistich­e e amministra­tive, campionari­e e non. L’operazione non sta nella semplice sommatoria ma in una lettura articolata, dove un fattore spiega l’altro. L’Istat infatti fornisce una serie di dati che sono il risultato di indagini campionari­e che fotografan­o la realtà in un certo istante e che riguardano l’insieme delle forze di lavoro. Il ministero del Lavoro nelle comunicazi­oni obbligator­ie e l’Inps nei suoi osservator­i invece danno conto di dati relativi al numero di contratti “accesi” o “spenti”, al loro flusso. Tuttavia il rapporto tra teste e contratti non è mai univoca: una persona, soprattutt­o se precaria, può firmare più contratti. Il nuovo report si farà carico di spiegare tutto ciò partendo inizialmen­te da macroaggre­gati per poi arrivare a numeri sulle dinamiche micro. Per giungere a questa pubblicazi­one congiunta c’è voluto quasi un anno e mezzo di discussion­i e confronti tecnici e, a questo punto, non resta che aspettare dicembre, la data deve ancora essere fissata, per toccare con mano i risultati. Uno dei problemi che andrà risolto in prospettiv­a riguarda poi la calendariz­zazione delle diverse pubblicazi­oni che continuera­nno ad essere prodotte da ogni istituto.

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