Segnali positivi per il Pil nel terzo trimestre, il «nodo» del quarto
CONFERMA DEL PRESIDENTE ISTAT ALLEVA
L’agosto più caldo degli ultimi 136 anni è riuscito a rinvigorire anche l’attività produttiva, cosicché, accanto a un buon vino, il terzo trimestre del 2016 riuscirà a portare in dote anche la variazione del Pil in territorio positivo. La conferma, dopo le prime anticipazioni della Banca d’Italia nel suo ultimo bollettino, è arrivata ieri dal presidente Istat. Giorgio Alleva ha infatti spiegato che ad agosto i segnali congiunturali positivi sono stati numerosi: c’è stato un forte rimbalzo della riduzione industriale, la risalita dell’indice delle costruzioni e anche le esportazioni sono andate meglio del previsto.
Sono elementi che contribuiscono a contrastare le forti preoccupazioni attivate dalla battuta d’arresto registrata nel secondo trimestre. Dietro allo zero tondo fatto rilevare dalla crescita italiana fra aprile e giugno, infatti, c’era stato un contributo alquanto negativo del valore aggiunto industriale.
La buona performance di agosto è certamente una buona notizia, in quanto arriva giusto in tempo a ridimensionare i timori di una pesante caduta nel quarto trimestre dell’anno, con tutti i motivi di incertezza che aleggiano sulle due sponde dell’Atlantico.
Non è casuale, del resto, se oggi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a Francoforte terrà di fronte ai rappresen- tanti della finanza e dell’industria tedeschi una conferenza dal titolo assai significativo: «Promuovere la crescita, l’occupazione e la solidarietà in Europa, in tempi di incertezza politica e delle politiche».
In Italia gli ultimi numeri ci dicono che se anche in settembre la produzione industriale dovesse registrare una nuova flessione mensile (come stima ad esempio il Centro studi Confindustria) gli altri due mesi estivi sono là a garantire che il terzo spicchio di questo anno tormentato possa concludersi con un incremento dello 0,2% circa del Pil. In questo modo si consolida la stima di una crescita possibile allo 0,7-0,8% per l’intero 2016.
È da rimarcare, tuttavia, come il governo nel confezionare il Dpb, anche alla luce dei buoni dati di agosto, non abbia ritoccato all’insù le proprie previsioni per l’anno in corso. Sarebbe sbagliato, infatti, farsi troppe illusioni sulla forza del recupero in atto. Che era e rimane, come ha puntualmente rilevato ieri il presidente della Bce Mario Draghi, una ripresa dal «passo moderato», con tanti rischi al ribasso: Brexit, le incertezze geopolitiche, i guai dei paesi emergenti, le difficoltà delle banche, le riforme strutturali da completare. È quindi una fase economica che merita di essere sostenuta con tutti gli strumenti a disposizione dei policy maker.