L’Italia allenta la pressione sui Comuni d’accoglienza
Alfano: i nuovi arr ivi saranno destinati ad altr i centr i abitati
pI Comuni che già fanno accoglienza in Italia non dovranno sobbarcarsi nuovi migranti. I flussi in arrivo saranno destinati agli altri centri abitati: quelli dove finora non sono sorti centri di ospitalità per i rifugiati. L’indicazione arriva dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano e anticipa il piano dell’Anci (associazione nazionale comuni d’Italia).
Il ministro circa una settimana fa ha emanato una direttiva a tutti i prefetti d’Italia: «Regole per l’avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile dei richiedenti asilo e rifugiati sul territorio nazionale attraverso lo Sprar».
Il testo allerta i prefetti sul progetto di distribuzione dei migranti con le nuove regole. La linea del Viminale è di collocarne il minor numero possibi- le nel maggior numero possibile di Comuni. Con incentivi per i centri già inseriti nella rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e disincentivi per quelli finora assenti, se non proprio resistenti alle forme di accoglienza migranti.
Tanto che al termine della riunione di governo per il Ddl stabilità, sabato scorso, il premier Matteo Renzi e il ministro Alfano hanno annunciato un’una tantum per il 2016 di 500 euro per ogni immigranto accolto, destinata ai Comuni virtuosi.
L’altra faccia della medaglia riguarda i sindaci finora riottosi davanti alle necessità dell’accoglienza. Ecco così l’indirizzo di Alfano ai prefetti: a loro chiede di applicare «una clausola di salvaguardia che renda esenti i Comuni che appartengono alla rete Sprar» o che abbiano presentato richiesta di «aderirvi dall’attiva- zione di ulteriori forme di accoglienza». Di conseguenza, se i posti Sprar nei Comuni sono pieni i prefetti dovranno mettere a gara altri interventi di assistenza con i Cas (centri di accoglienza temporanea) negli altri centri abitati.
Il capo del dipartimenti Libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno, Mario Morcone, aveva del resto fotografato la situazione in corso nell’audizione di mercoledì scorso al comitato Schengen. «Sono 2mila600 su 8mila i Coni che accolgono i migranti: questo ha creato grandi disomogeneità - ha sottolineato Morcone ai parlamentari - con aggregazioni imponenti e l’esclusione di un numero importante» di centri abitati.
Un richiamo citato nella direttiva di Alfano: è «indispensabile ricalibrare il sistema » si legge nel testo, per evitare «un’eccessiva concentrazione di migranti in accoglienza in uno stesso territorio» e favorire «al contrario, una loro dislocazione su territori diversi».