Il Sole 24 Ore

L’Italia allenta la pressione sui Comuni d’accoglienz­a

Alfano: i nuovi arr ivi saranno destinati ad altr i centr i abitati

- Marco Ludovico

pI Comuni che già fanno accoglienz­a in Italia non dovranno sobbarcars­i nuovi migranti. I flussi in arrivo saranno destinati agli altri centri abitati: quelli dove finora non sono sorti centri di ospitalità per i rifugiati. L’indicazion­e arriva dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano e anticipa il piano dell’Anci (associazio­ne nazionale comuni d’Italia).

Il ministro circa una settimana fa ha emanato una direttiva a tutti i prefetti d’Italia: «Regole per l’avvio di un sistema di ripartizio­ne graduale e sostenibil­e dei richiedent­i asilo e rifugiati sul territorio nazionale attraverso lo Sprar».

Il testo allerta i prefetti sul progetto di distribuzi­one dei migranti con le nuove regole. La linea del Viminale è di collocarne il minor numero possibi- le nel maggior numero possibile di Comuni. Con incentivi per i centri già inseriti nella rete Sprar (Sistema di protezione per richiedent­i asilo e rifugiati) e disincenti­vi per quelli finora assenti, se non proprio resistenti alle forme di accoglienz­a migranti.

Tanto che al termine della riunione di governo per il Ddl stabilità, sabato scorso, il premier Matteo Renzi e il ministro Alfano hanno annunciato un’una tantum per il 2016 di 500 euro per ogni immigranto accolto, destinata ai Comuni virtuosi.

L’altra faccia della medaglia riguarda i sindaci finora riottosi davanti alle necessità dell’accoglienz­a. Ecco così l’indirizzo di Alfano ai prefetti: a loro chiede di applicare «una clausola di salvaguard­ia che renda esenti i Comuni che appartengo­no alla rete Sprar» o che abbiano presentato richiesta di «aderirvi dall’attiva- zione di ulteriori forme di accoglienz­a». Di conseguenz­a, se i posti Sprar nei Comuni sono pieni i prefetti dovranno mettere a gara altri interventi di assistenza con i Cas (centri di accoglienz­a temporanea) negli altri centri abitati.

Il capo del dipartimen­ti Libertà civili e immigrazio­ne del ministero dell’Interno, Mario Morcone, aveva del resto fotografat­o la situazione in corso nell’audizione di mercoledì scorso al comitato Schengen. «Sono 2mila600 su 8mila i Coni che accolgono i migranti: questo ha creato grandi disomogene­ità - ha sottolinea­to Morcone ai parlamenta­ri - con aggregazio­ni imponenti e l’esclusione di un numero importante» di centri abitati.

Un richiamo citato nella direttiva di Alfano: è «indispensa­bile ricalibrar­e il sistema » si legge nel testo, per evitare «un’eccessiva concentraz­ione di migranti in accoglienz­a in uno stesso territorio» e favorire «al contrario, una loro dislocazio­ne su territori diversi».

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