Il Sole 24 Ore

La Franco Tosi rivede l’utile

La stor ica azienda meccanica sta uscendo dalla crisi e registra 54 milioni di euro di r icavi

- L. Or.

p «Ecco, vedete? Quella per me è quasi un’opera d’arte: esprime tecnologia, ma anche bellezza». L’elogio del ministro del Lavoro Giuliano Poletti è rivolto ad un gigantesco e scintillan­te rotore per turbina, uno dei componenti che la Franco Tosi continua a sfornare. Perché a dispetto delle apparenze, con ampi capannoni e una struttura chiarament­e dimensiona­ta per altri tempi, (negli anni ’70 c’erano 6mila addetti) qui il lavoro è tornato. «Stiamo andando bene - spiega Alberto Presezzi - e quest’anno l’ultima riga di bilancio presenterà un utile » . Turnarund rapido quello realizzato dall’imprendito­re brianzolo, che lo scorso anno ha deciso di rilevare la storica azienda meccanica di Legnano. Fondata nel 1881, che nella sua lunga storia è stata in grado di piazzare le proprie turbine in ogni angolo del pianeta, persino sotto le cascate del Niagara. Poi la crisi, svariati passaggi di proprietà, l’amministra­zione straordina­ria. Tunnel da cui l’impresa sembra ora uscita, grazie all’integrazio­ne all’interno della Bruno Presezzi, realtà meccanica brianzola che nel giugno del 2015 ha rilevato gli asset della Franco Tosi proponendo un piano di sviluppo quinquenna­le. «Piano che stiamo rispettand­o - spiega l’imprendito­re - e su cui siamo persino in anticipo, con 200 persone al lavoro, che l’anno prossimo potrebbero anche raddoppiar­e. Abbiamo ricavi per 54 milioni, commesse acquisite per 60, altre trattative avanzate molto interessan­ti». Il piano di investimen­ti prevede impianti, attrezzatu­re e attività di ricerca per 20 milioni di euro, cifra che tuttavia la nuova proprietà potrebbe impiegare anche nell’altro sito, quello di Burago Molgora. «Questo è un impianto dispersivo, certamente meno efficiente, se la convenienz­a dice Burago la scelta dovrà essere quella, e lo dico senza alcuna volontà polemica. Ma le chance di restare qui io credo siano altissime, la prossima settimana ho un incontro al Mise per aprire un tavolo di lavoro e credo che le istituzion­i sa- ranno al nostro fianco». L’ipotesi allo studio è quella di un finanziame­nto garantito dallo Stato, un modo per riequilibr­are la situazione a vantaggio di Legnano. A sostenere le vendite della Franco Tosi sono in particolar­e i mercati esteri, con commesse importanti in Iran (dove l’azienda ha anche costituito una joint venture) e altri progetti in partenza in Giappone e Medio Oriente, con trattative avanzate anche in Nord America. «Combattiam­o nel mondo - aggiunge il presidente della Franco Tosi - con colossi del calibro di Siemens oppure General Electric. È chiaro che la partita non possiamo giocarcela sul loro terreno, dobbiamo puntare sulla customizza­zione, sui prodotti tailormade realizzati sulla base delle specifiche richieste dei clienti. L’integrazio­ne con la nostra azienda brianzola ha già inserito qui know-how aggiuntivo ma è chiaro che dovremo investire ancora. Io però resto ottimista: qui ho trovato istituzion­i che ci sono state vicine, sindacati che hanno creato un clima positivo, un team di lavoro in possesso di grande competenza e un forte senso di appartenen­za».

LE PROSPETTIV­E Il presidente Presezzi: «Siamo già oltre i target del piano ma per fare qui nuovi investimen­ti occorre il supporto delle istituzion­i»

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