Il Sole 24 Ore

Tribunale brevetti: Milano in campo

Il Senato ha ratificato l’intesa sulla sede giur isdizional­e, presto il testo in «Gazzetta» Il sistema dovrebbe partire nel 2017 ma dipende da Berlino e Londra

- Cavestri e Scuffiu

pL’Italia entra – in via definitiva – nel perimetro del Tribunale unificato dei brevetti. Martedì sera, il Senato ha definitiva­mente approvato (con 161 favorevoli, 30 contrari e 7 astenuti) – ma non ancora pubblicato – la ratifica e l’esecuzione dell’Accordo sul tribunale unificato dei brevetti. La ratifica entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazi­one in Gazzetta Ufficiale.

L’Italia diventà così il 12° Paese a ratificare l’istituzion­e del Tribunale sovranazio­nale che, quando entrerà in vigore, avrà competenza esclusiva su tutte le cause di contraffaz­ione, sia sui brevetti europei (cioè quelli depositati in specifici Stati membri scelti dal titolare) sia sui nuovi brevetti unitari, cioè quelli che attraverso un’unica procedura saranno automatica­mente validi in tutto il perimentro Ue e negli Stati (ad esempio, la Svizzera) che aderiscono allo European Patent Office.

E qui sta il punto. Quando entrerà in vigore? Per poter partire, il tribunale unificato deve essere ratificato da 13 Paesi europei, tra cui quelli con più brevetti nell’anno in cui fu sottoscrit­to, cioè Germania, Francia e Regno Unito e che sono anche le sedi principali delle Corti di prima istanza (sede centrale a Parigi e sezioni a Londra e Monaco).

«Berlino – ha sottolinea­to Gualtiero Dragotti, partner Dla Piper e vice presidente del Gruppo Italiano di Aippi (l’Associazio­ne Internazio­nale per la Protezione della Proprietà Intellettu­ale) – ratificher­à quando ci saranno le condizioni minime per partire. Il nodo è ovviamente Londra, che se con la Brexit uscirà dalla Ue non potrà più essere sede. Ma la procedura di “uscita” non è iniziata e,la Gran Bretagna potrebbe ancora ratifi- care l’accordo, facendo partire il tutto ad inizio 2017». I sostenitor­i di Tribunale unificato e brevetto Ue hanno fretta e premono. A Londra sembra prevalere la linea della ratifica. Anche per avere una“freccia” in più al proprio arco quando si andrà a negoziare.

In ogni caso, da tempo Milano si è candidata per sostituire Londra e ospitare la sezione concepita per dirimere il contenzios­o farmaceu- tico. Questo perchè l’Italia – nel 2012-2013 – era il quarto Paese per brevetti depositati, tallonata dai Paesi Bassi (tanto che anche L’Aia preme per subentrare).

Intanto, Milano è pronta ad ospitare almeno una delle sedi regionali. Cosa che può avere a un vantaggio: discutere la causa, almeno in primo grado, anche in italiano (senza dover per forza adottare inglese, francese o tedesco).

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha, infatti, individuat­o in via San Barnaba 50, a Milano, lo stabile dove collocare la sede da destinare al tribunale unificato. «L’edificio – si legge in una nota della Giustizia – già impiegato per finalità giudiziari­e, risponde perfettame­nte alla necessità di porre le basi per un rapporto di collaboraz­ione tra il nascente organismo internazio­nale e gli uffici giudiziari stessi».

Struttura e dimensioni dello stabile consentono – si legge ancora nella nota – «di far fronte alle eventuali richieste di ampliament­o che dovessero rendersi necessarie, per effetto dell’intensific­arsi delle attività del nuovo organismo locale». Ovvero, se Milano dovesse subentrare a Londra, gli spazi sono pronti. E anche gli stanziamen­ti: oltre 600mila euro per il 2017 e oltre 700mila dal 2018.

ITALIA PRONTA Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha individuat­o a Milano i locali della sede italiana

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