Schiaparelli tradita dai razzi ma per l’Esa missione riuscita
p «Non sappiamo dove si trovi e in che condizioni sia. Ma siamo certi che ricostruiremo l’accaduto». Il destino del lander Schiaparelli, lanciato in orbita con la sua sonda madre e diretto su Marte è racchiuso nelle parole di Paolo Ferri, direttore delle operazioni di volo delle missioni dell’Agenzia spaziale europea.
Dalla conferenza stampa organizzata dall’Esa ieri mattina, emergono uno a uno i punti di contorno di quello che resta un mistero ancora tutto da spiegare e che pesa sulla missione europea Exomars. Si sa che lo Schiaparelli si è regolarmente staccato dalla sua sonda madre e che ha iniziato la sua discesa verso il terreno marziano regolarmente. La struttura protettiva del lander ha retto e lo scudo termico si è sganciato regolarmente, la strumentazione di bordo ha funzionato inviando, fino a un certo punto, dati preziosi alla TGO, la sonda orbitante. Anche il sistema del paracadute si è aperto, sebbene troppo presto rispetto a quanto programmato, questa la prima anomalia. Tutto si interrompe a 50 secondi dal touch down. Sul tavolo l’ipotesi che la discesa sia stata troppo veloce, che qualcosa sia andato storto nel momento in cui si so- no accesi i retrorazzi incaricati di frenare la discesa. Un’ipotesi non ancora confermata ufficialmente ma avvalorata dalla ricostruzione di Ferri: «L’accensione dei retrorazzi ha funzionato solo per tre secondi, poi il computer di bordo ha deciso di spegnerli». Da quel momento il lander ha smesso di inviare dati e dunque nelle ore successive all’impatto con il terreno nessuno dei satelliti in orbita sull’area di ammartaggio ha ricevuto il segnale che tutti aspettavano.
Dal punto di vista tecnico -scientifico, come i vertici dell’Esa hanno sottolineato durante la conferenza stampa, la missione rappresenta un successo perché la sonda TGO, quella che servirà nella seconda parte della missione per la ricezione e la trasmissione dei dati, è perfettamente in orbita . «Per la quantità e qualità di dati che stiamo ricevendo ExoMars è una missione riuscita – chiarisce Roberto Bat- tiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana – l’Europa ha un suo satellite nell’orbita di Marte». Obiettivo del modulo Schiaparelli era testare le tecnologie europee di atterraggio su Marte. Ricostruire minuziosamente cosa non ha funzionato, sottolineano dall’Esa, servirà a preparare la seconda parte della missione.
Exomars, dunque, guarda al 2020, ma è tanta la delusione tra i tecnici e gli ingegneri che lavorano da anni alla missione “dal cuore italiano”, con Thales Alenia Space Italia – joint venture tra i francesi di Thales Alenia e leonardo Finmeccanica – come pr ime contractor e decine di aziende italiane coinvolte. Centrale nelle prossime ore il lavoro sui dati inviati dal lander alla sonda madre. «Questa mattina il team di Thales qui a Torino ha ricevuto una parte dei dati che abbiamo iniziato ad elaborare – spiega Walter Cugno, responsabile del progetto Exomars – e continueremo nei prossimi giorni per ricostruire l’accaduto e chiarire perché i motori si sono accesi solo per pochi secondi». Sul ruolo dell’Italia è intervenuto poi Mauro Moretti, amministratore delegato di Leonardo Finmeccanica: «La tecnologia italiana – ha sottolineato Moretti – non è coinvolta nel problema» .
LE CAUSE DEL SILENZIO Moretti: «La tecnologia italiana non è coinvolta nel problema». Ora l’esame dei dati inviati per trovare cosa non ha funzionato