Il Sole 24 Ore

Pannelli, l’export vola in Africa

Le opportunit­à miglior i nei Paesi del Nord

- Giovanna Mancini

pLa nuova frontiera per i pannelli italiani (ed europei) si chiama Africa – e soprattutt­o Nord Africa. Il primo semestre del 2016 ha infatti segnato per il settore una ripresa sia nella produzione (circa 2,2 miliardi), sia nelle esportazio­ni. Ma i prodotti di questo comparto hanno un valore unitario basso rispetto ai costi di logistica e dunque i mercati esteri di riferiment­o sono soprattutt­o quelli relativame­nte vicini ai luoghi di produzione.

«Da tempo esportiamo verso i Paesi dell’Est – spiega Paolo Fantoni, presidente della Federazion­e europea dei pannelli (Epf), che riunisce le associazio­ni di 25 Paesi e rappresent­a oltre 5mila aziende in Europa –. Ora siamo in cerca di nuovi sbocchi commercial­i e il continente africano, in particolar­e gli Stati del Nord, rappresent­ano un grande potenziale». Sono infatti Paesi che hanno scarsità di materia prima, ma insieme una crescente esigenza di rifornirsi di legname per soddisfare la domanda provenient­e da un’industria dell’edilizia e del mobile in forte sviluppo.

Per questo, in occasione di Sicam (Salone dei componenti, accessori e semilavora­ti per l’industria del mobile, che chiude oggi a Pordenone), Epf ha lanciato, su iniziativa di quattro aziende italiane (Fantoni, Frati, Saib e Saviola) l’iniziativa «Epf for Africa». Si tratta di un’azione di sensibiliz­zazione degli operatori provenient­i da alcuni Paesi africani ritenuti strategici, per far conoscere loro i metodi di produzione di pannelli in Italia e in Europa e fornire gli aggiorname­nti normativi necessari a migliorare l’interscamb­io, con particolar­e attenzione alla tematica delle certificaz­ioni. «Tutti i produttori che fanno capo a Epf – ricorda ad esempio Fantoni – rispettano lo standard E1, che certifica l’impiego di pannelli a bassa emissione di formaldeid­e».

Per tutta la settimana, circa 40 operatori e tecnici africani, in arrivo da Costa d’Avorio, Nigeria, Camerun, Marocco, Tunisia, Algeria ed Egitto, visiterann­o gli stand della fiera e gli impianti di alcune aziende italiane del settore, partecipan­do ai test dei materiali e altre fasi della produ- zione e dell’utilizzo di pannelli. «L’obiettivo è una condivisio­ne di conoscenze e norme tecniche che non ostacolino il libero scambio – spiega Fantoni –. E non si tratta di una iniziativa “spot”, ma del primo passo di un percorso che poi si ripeterà in altri Paesi europei produttori». Epf sta inoltre creando al suo interno un «Team Africa » dedicato a questo grande mercato.

Le potenziali­tà dell’Africa per tutti i settori del comparto dei semilavora­ti sono sottolinea­te anche dalla presidente di Assopannel­li, Nicoletta Azzi, che cita i dati di Federlegno­Arredo relativi al primo semestre dell’anno. Crescono a ritmi intensi le esportazio­ni di legno-arredo made in Italy verso l’Egitto (+20,7%, con 39,2 milioni di euro di vendite), la Tunisia (+1,3% e 27 milioni) e lo Swaziland (+532,8% e 10,5 milioni). Per i semilavora­ti per arredi, è cresciuto del 17,7%, l’Egitto del 145,2% e il Camerun del 925,3% (353 mila euro di vendite). Per i pannelli, la Tunisia ha segnato un incremento del 9,2%, il Marocco del 3,6% e l’Etiopia del 163,6%.

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