Venerdì di disagi, si fermano Sanità, Pa, scuola e trasporti
pGiornata di disagi oggi per lo sciopero generale proclamato dai sindacati di base Usb, Unicobas e Usi, a cui hanno aderito anche Si Cobas, l’Adl e Cub Trasporti Lazio.
Lo sciopero nazionale di 24 ore, indetto nel rispetto delle fasce di garanzia, interessa i lavoratori del pubblico e del privato, si estende dunque dalla Pubblica amministrazione, alla sanità, dalla scuola, ai vigili del fuoco. Particolarmente a rischio i trasporti; in quello ferroviario lo stop del personale addetto alla circolazione dei treni scatterà dalle 9.01 alle 17, mentre il personale fisso si asterrà dal lavoro per l’ intero turno. Per metro, tram e bus lo stop sarà articolato a livello territoriale, nel rispetto delle fasce di garanzia, che variano da città a città: a Roma il servizio è garantito da inizio turno alle 8.30 e dalle 17 alle 20; a Milano da inizio turno alle 8,45 e dalle 15 alle 18; a Napoli dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17 alle 20.
Lo sciopero generale è stato indetto dai sindacati di base a sostegno «dei diritti del lavoro e dello stato sociale, per difendere ed applicare la Costituzione del 1948, per dire basta al governo Renzi». Hanno aderito numerose asso- ciazioni, movimenti e centri sociali (Forum italiano dei movimenti per l’acqua, Rete dei comunisti, Rifondazione Comunista, l’Altra Europa con Tsipras), che sfileranno in cortei organizzati nelle principali città. A Roma, la protesta riguarda anche la vertenza dei dipendenti capitolini per il riconoscimento del salario accessorio: è previsto un presi- dio questa mattina davanti al Mef ed una manifestazione domani per il “no Renzi day”.
Sulla protesta interviene il presidente della commissione di garanzia sugli scioperi, Giuseppe Santoro Passarelli: «Premesso che questo sciopero generale è formalmente legittimo - afferma - il profilo problematico generale è determinato da una proliferazione di sigle sindacali poco rappresentative che, specie nel settore dei trasporti, tendono a legittimare sé stesse proprio attraverso l’effettuazione di scioperi nei servizi. Ciò comporta da un lato un aumento esponenziale delle astensioni dal lavoro (con i conseguenti disagi per i cittadini), dall’altro un indebolimento complessivo del fronte del sindacalismo che ricorre allo sciopero come extrema ratio». Il presidente dei garanti sottolinea che «in assenza di regole chiare in tema di rappresentanza, in particolare per quanto attiene al momento della proclamazione di scioperi, qualunque sigla può potenzialmente bloccare un servizio pubblico». In questo quadro, caratterizzato da una polverizzazione di sigle, per Santoro Passarelli serve una legge sulla rappresentanza: «È noto che il tema è nell’agenda del Governo e del Parlamento che sta da mesi discutendo alcune proposte di legge in tema di rappresentanza e rappresentatività sindacale - aggiunge-. Una risposta in questo senso, credo, restituirebbe anche credibilità all’istituto dello sciopero e contribuirebbe a ridurre i costi, che ogni astensione collettiva comporta per la comunità».
IL GARANTE Passarelli (commissione di garanzia): «Problematico il proliferare di sigle poco rappresentative, serve una legge sulla rappresentanza»