Varsavia «morbida» con le banche sui mutui in valuta
Verso una mediazione
pIl governo di Varsavia sembra rinunciare (almeno per il momento) allo scontro frontale con le banche sui mutui in valuta estera che pesano sui cittadini polacchi. Si riduce così il rischio per i gruppi bancari, in gran parte stranieri, che temevano di dover sostenere per intero il peso della riconversione di questi finanziamenti, contratti soprattutto in franchi svizzeri.
È stato il rafforzamento del franco svizzero - non più arginato dagli interventi delle autorità monetarie elvetiche - a rovinare i piani di molte famiglie che in tutta l’Europa dell’Est intendevano trarre vantaggio dai tassi contenuti e dai mercati stabili: sembravano operazioni sicure a metà degli anni Duemila ma si sono rivelate un disastro anche per conseguenza della grande crisi internazionale.
La destra nazionalista di Diritto e Giustizia tornata al potere con la maggioranza assoluta in Parlamento lo scorso ottobre aveva minacciato di obbligare le banche alla conversione dei mutui in zloty, con cambi decisi dal governo: si sarebbe trattato di far fronte a mutui in franchi svizzeri per più di 30 miliardi di euro che coinvolgono circa 570mila famiglie e le banche avrebbero dovuto mettere in bilancio costi per circa 15 miliardi di euro, pari a sei volte gli utili dell’intero sistema bancario polacco del 2015.
Il Parlamento, che ha avviato ieri una discussione per arrivare alla soluzione di questo problema, sembra tuttavia orientato a limitare i costi per le banche, costringendole comunque a pagare una tassa per i «costi eccessivi» legati ai mutui in valuta, per un importo complessivo che viene stimato in circa 2,2 mi- liardi di euro. Jaroslaw Kaczynski, il leader della destra nazionalista al potere in Polonia, ha ammorbidito la sua posizione dopo che in aprile aveva paragonato i debiti contratti in moneta diversa dallo zloty a «una moderna forma di schiavitù». «Il Parlamento deve lavorare per contenere gli effetti negativi di questo abuso, ma nessuno intende mandare in rovina o smantellare il sistema bancario», ha detto Kaczynski tre giorni fa aggiungendo che «un governo deve considerare con responsabilità questo rischio».
«Il rischio c’è ancora ed è evidente, ma le probabilità che si arrivi a una conversione forzata
LA CONVERSIONE Il governo aveva minacciato di imporre un cambio fisso franco svizzero-zloty che sarebbe costato agli istituti circa 15 miliardi di euro
a carico delle banche sono ridotte. I leader politici hanno compreso che non è il caso di affrontare di petto il problema dei mutui in franchi svizzeri per arrivare a una soluzione se questo significa destabilizzare il sistema bancario del Paese», spiega Marcin Materna, analista della Bank Millennium a Varsavia.
I mutui in valuta hanno messo nei guai anche molti cittadini di Croazia, Serbia, Romania e Ungheria, le cui monete sono crollate nei confronti del franco svizzero. In Ungheria il premier populista Viktor Orban ha imposto alle banche un cambio arbitrario favorevole ai risparmiatori, obbligandole a rifondere circa tre miliardi di euro.