Il Sole 24 Ore

Disco verde per la ricollocaz­ione

- Fr. Pr.

pA rriva il grande debutto delle politiche attive del lavoro. Per novembre prossimo è prevista infatti la prima, vera sperimenta­zione dell’istituto della ricollocaz­ione, tra le novità più interessan­ti della rivoluzion­e voluta dal governo con il Jobs Act. Riguarderà un campione di 10mila persone - scelte tra quante aderiranno volontaria­mente alla proposta di assegno - rappresent­ativo dell'universo dei potenziali utenti della misura.

Persone in cerca di occupazion­e con determinat­e caratteris­tiche riceverann­o pertanto un “bonus” per accedere a servizi finalizzat­i al reinserime­nto nel mondo del lavoro. Bonus che sarà modulato a seconda del diverso grado di “occupabili­tà” del singolo fruitore, tenuto conto anche delle condizioni di contesto, come per esempio le coordinate geografich­e. L'utente potrà scegliere se rivolgersi a un operatore pubblico (i centri per l'impiego) o privato (le agenzie per il lavoro).

Le premialità in termini di benefici economici per gli operatori saranno principalm­ente ancorate al raggiungim­ento del risultato finale (la ricollocaz­ione) e modulate anche a seconda della tipologia di contratto (sia esso un tirocinio o un vero e proprio contratto di lavoro dipendente) nonché della sua durata (dal rapporto di sei mesi a quello a tempo indetermin­ato). Una sfida cui il settore delle agenzie per il lavoro guarda con grande attenzione. «La ricollocaz­ione – spiega Stefano Colli Lanzi, ad di Gi Group e vicepresid­ente di Assolavoro con delega alle Politiche attive - offre l’opportunit­à di cambiare radicalmen­te il paradigma attuale, con il definitivo passaggio da politiche passive a politiche attive per il lavoro. In questa fase, al di là da alcuni aspetti tecnici, ci sono almeno tre punti chiave da tenere in conto per favorire il percorso». Tre punti da cui, secondo il punto di vista degli operatorio di settore, potrebbe dipendere il successo dell’intero progetto. «Il primo – sottolinea Colli Lanzi – riguarda la condivisio­ne dei dati, dai centri per l'impiego agli operatori privati, senza limiti che possano inficiare l’efficacia dei servizi messi in campo. La seconda attiene alla necessità di rendere automatico e senza costi aggiuntivi l'accreditam­ento sul piano regionale delle agenzie per il lavoro di tipo generalist­a già iscritte nell'albo del ministero del Lavoro». Il tutto senza perdere di vista la “qualità” del percorso compiuto. «Infine – conclude infatti Colli Lanzi - occorre da subito un sistema di monitoragg­io per avere piena contezza dei risultati che si raggiungon­o, area per area, e una cabina di regia con il coinvolgim­ento degli operatori privati, attraverso la propria rappresent­anza associativ­a, ovvero Assolavoro».

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