Parisi vede Berlusconi e attacca i colonnelli Fi
pAnche se dice che non gli piace la definizione di «rottamatore», Stefano Parisi torna ad attaccare i colonnelli di Fi: «C’è un gruppo dirigente che deve fare un passo indietro, quando finisce un ciclo bisogna prenderne atto». E ancora: «Penso che ci sia una prima linea di persone elette in Parlamento grazie ai voti Berlusconi che hanno portato Fi ad avere in alcune città il 4%, come a Roma e a Torino...». Critiche che l’ex Ad di Fastweb aveva già fatto nelle scorse settimane. Ma che ieri hanno acquistato nuovo peso perché pronunciate nel corso di diverse interviste (su La7 e Corriere tv) dopo un lungo colloquio con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. Un vis a vis che il Cavaliere invece non ha concesso ai big del partito prima di rientrare ad Arcore.
Parisi quindi non arretra, anzi rafforza le sue critiche. E non solo nei confronti della classe dirigente azzurra: «Non mi occupo della Lega, Salvini crea nemici, io mi rivolgo ai 10 milioni di elettori di centrodestra che non ci votano più». Una sottolineatura che arriva (e certo anche questo non è casuale) all’indomani della dichiarazione con cui il segreta- rio del Carroccio si era incoronato leader del centrodestra.
Il «No» al referendum non è in discussione. Ma tanto Parisi che Salvini sono già proiettati a dopo il voto del 4 dicembre. L’ex candidato sindaco di Milano anticipa che nei prossimi giorni girerà nelle capitali europee per convincere che la sconfitta di Renzi non produrrà alcuna instabilità. «Se vince il no sarà una vittoria del popolo italiano contro una riforma confusionaria. Non ci sarà alcuna esplosione dello spread» , assicura. Così come non ci sarà – aggiunge – «nessun governo di larghe intese» . Sarebbe un regalo a Grillo e alla Lega mentre l’obiettivo è creare un’alternativa di governo di centrodestra, che possa tornare a coinvolgere quella parte rilevante di elettori moderati che non sono disponibili a vedersi rappresentati dal leader della Lega e che in questi ultimi anni hanno preferito rimanere a casa o hanno guardato a Renzi rimanendone però delusi.
IL POST REFERENDUM L’ex candidato sindaco di Milano: «Se vince il no, non ci sarà alcuna esplosione dello spread» e non ci sarà «nessun governo di larghe intese»