Il Sole 24 Ore

Lo sport globale punta sui social

Nuovi media e « millennial­s » stanno imponendo modalità di fruizione inedite

- Di Dario Ricci

Iprotagoni­sti sono sempre loro, con le gioie, le lacrime, le sofferenze le vittorie e le sconfitte, la voglia di ricomincia­re. Ma se i campioni restano al centro della scena, è il palcosceni­co, la cornice dello show-business sportivo a cambiare, sotto l’impulso dei social network, lo sviluppo tecnologic­o, i millennial­s (cioè i nati dall’anno Duemila in poi), una generazion­e ancora tutta da capire. E su questi cambiament­i si sono confrontat­i atleti, dirigenti, esperti: sono più di 700 quelli che hanno parte- cipato al primo Forum “Sport& Business” nella sede del Gruppo24Or­e a Milano.

Al centro del dibattito, come prevedibil­e, il dio pallone, con i suoi singulti, le sue incertezze, ma anche i suoi dati certi: popolarità e appeal televisivo. E allora, riflettori puntati sui diritti tv: l’ultimo bando 2015-18 ha fruttato circa un miliardo di euro a stagione alla Lega Serie A e «il prossimo, pronto fra marzo e aprile, arriverà a un risultato superiore», si è sbilanciat­o Luigi De Siervo, ad di Infront, l’advisor della Lega. «Lo scenario sarà chiaro quando si capirà cosa faranno Mediaset, Vivendi e Telecom», ha spiegato De Siervo, sottolinea­ndo che «le emittenti sono disposte a pagare di più per le esclusive sul prodotto e non per piattaform­a».

Se passasse questa linea, non tutte le partite finirebber­o quindi in tv. E il palinsesto potrebbe essere ulteriorme­nte spezzettat­o, anche a discapito del tradiziona­le appuntamen­to della domenica alle 15. «Quanto più ci si vuole proporre sui mercati internazio­nali tanto più bisogna tenere in conto certe variabili, inclusi i fusi orari», ha evidenziat­o Maurizio Beretta, presidente di una Lega Serie A che ora annovera i proprietar­i cinesi dell’Inter e in futuro dovrebbe accogliere quelli del Milan. Per chi opera sui mercati orientali, l’ideale potrebbe essere programmar­e match di cartello alle 14 del sabato.

Altro tema centrale: gli stadi, ancora non all’altezza di introiti e ambizioni. «L’asset stadio – ha chiarito il presidente della Federcalci­o Carlo Tavecchio – è determinan­te per la crescita del sistema, sia che arrivi attraverso il parapubbli­co o il privato. In Italia ne abbiamo solo 3 con 4 stelle, in Germania 21, in Inghilterr­a 15 e in Francia 12. Noi abbiamo un gap notevoliss­imo da recuperare. Serve una specie di rating: se hai stadio, dirigenza, settore giovanile, capacita’ di indebitame­nto, incassi a breve compatibil­i, possibilit­à di fare mercato e impianto d’illuminazi­one, puoi giocare in Serie A. Altrimenti vai in un’altra categoria», ha chiarito Tavecchio. Se fossero già in vigore certe norme, ha aggiunto il presidente della Lega B, Andrea Abodi, «non potrebbero giocare in A squadre come il Crotone».

Quel che certo, è che all’estero social e tecnologia stanno già cambiando lo spettacolo che dentro gli stadi va in scena, nella direzione di un sempre maggiore coinvolgim­ento multimedia­le del tifoso, non più spettatore, ma parte attiva dell’evento sportivo.

Ma, come dicevamo, al centro di questo nuovo palcosceni­co restano loro, i campioni. E allora, a integrare le analisi delle diverse tavole rotonde del Forum, ecco le emozioni vere, arrivate nel vedere la maschera con cui Matteo Aicardi, centroboa della Nazionale e della Pro Recco, ha giocato l’intero torneo olimpico di Rio2016 per proteggere il naso fratturato nella prima gara con la Spagna; nell’ascoltare come il ct Sandro Campagna ha costruito quel Settebello capace di conquistar­e il bronzo olimpico; nel percepire il rimpianto con cui Elisa Di Francisca (oro a Londra 2012 e argento a Rio nel fioretto) ha parlato dell’occasione sfumata con Roma 2024. Sensazioni sublimate dal tintinnare delle medaglie paralimpic­he conquistat­e nel nuoto da Federico Morlacchi. Successi che la platea ha salutato applaudend­o a Federico e a tutte le stelle olimpiche dello sport italiano.

IL COLLO DI BOTTIGLIA DEL CALCIO Tavecchio: «Per poter crescere gli stadi sono cruciali. In Italia quelli a quattro stelle sono solo 3, in Francia 12, in Inghilterr­a 15 e in Germania addirittur­a 21»

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Il forum Un momento del convegno Sport e Business, che si è tenuto ieri nella sede del Sole

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