Nissan-Mitsubishi terzo gruppo globale
Il ceo della controllante Renault, Ghosn, al vertice dell’aggregato
Dopo aver salvato Nissan e raddrizzato Renault, il Ceo di entrambe le società si assume una responsabilità personale per il rilancio di Mitsubishi Motors diventandone il presiden- te: Carlos Ghosn farà tre lavori, ma ha deciso di alleggerirsi un po’ dei compiti alla Nissan facendosi affiancare da un coCeo, l’attuale chief competitive officer Hiroto Saikawa. Nissan ha annunciato ieri di aver finalizzato l’acquisto del 34% di Mitsubishi Motors a un prezzo di 237 miliardi di yen (quasi 2,1 miliardi di euro)
Dopo aver salvato Nissan e raddrizzato Renault, il Ceo di entrambe le società si assume una responsabilità personale per il rilancio di Mitsubishi Motors diventandone il presidente: Carlos Ghosn farà tre lavori, ma ha deciso di alleggerirsi un po’ dei compiti alla Nissan facendosi affiancare da un co-Ceo, l’attuale chief competitive officer Hiroto Saikawa.
In anticipo rispetto alle attese – forse anche per fugare le voci di difficoltà nella due diligence - Nissan ha annunciato ieri di aver finalizzato l'acquisto del 34% di Mitsubishi Motors a un prezzo di 237 miliardi di yen (quasi 2,1 miliardi di euro), pari a 468,52 yen per azione. Curiosamente, il prezzo coincide con le perdite nette attese da Mitsubishi Motors nell'esercizio in corso dopo la pesante revisione al ribasso delle stime ufficiali rilasciata questa settimana.
Formalmente, Ghosn diventerà il nuovo chairman il 14 dicembre, dopo una assemblea straordinaria degli azionisti. Osamu Masuko resterà come direttore generale, ma sarà affiancato come chief operating officer dal brtiannico Trevor Mann, attuale chief performance officer della Nissan. Altri tre uomini Nissan (Mitsuhiko Yamashita, Hitoshi Kawaguchi, Hiroshi Karube) entreranno nel board. Mitsubishi creerà anche un nuovo ruolo di director per il “global risk control”.
Masuko, in realtà, voleva lasciare ma Ghosn gli ha chiesto di rimanere – sia pure evidentemente “commissariato” dall'alto e dal basso – per lanciare il messaggio che “Mitsubishi non diventera' una sussidiaria di Nissan”, ma restera' con la sua identita', brand e rete commerciale.
L’operazione evidenzia il consolidamento in atto nell'industria automobilistica giapponese, pur essendo stata determinata soprattutto dalla conseguenze dello scandalo dei test truccati sui consumi che ha investito quest'anno Mitsubishi Motors costringendola ad accettare l'intervento di un partner dalle spalle più forti. Tre società del “keiretsu” Mitsubishi (Mitsubishi Heavy, Mitsubishi Corp e The Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ) avevano infatti rifiutato di “salvare” la sorella dell'auto, ma resteranno nel suo capitale in modo che con Nissan collettivamente rappresentino il 51% del totale delle azioni.
Nella improvvisata conferenza stampa di ieri alla nuovissima Sumitomo Fudosan Roppongi Grand Tower (un grattacielo non ancora completato, dagli interni tristi e spogli), Ghosn ha sottolineato anche di voler lanciare un messaggio di grande fiducia nella «forza dell’industria automobilistica giapponese». Un settore che si sente spaventato dai rapidi cambiamenti tecnologici in atto, che rischiano di rivoluzionare il modo tradizionale di realizzare e commercializzare – oltre che
L’OPERAZIONE Finalizzato l’acquisto del 34% di Mitsubishi Motors a un prezzo di 237 miliardi di yen (quasi 2,1 miliardi di euro)
di guidare – le vetture. Non a caso nei giorni scorsi è stata annunciato l’avvio di una inedita alleanza nella ricerca e sviluppo tra Toyota e Suzuki.
Sui tagli ai costi, Ghosn non è secondo a nessuno, tanto che il suo ormai datato soprannome è quello di “cost-killer”. Lo stesso governatore della prefettura di Okayama ha già voluto incontrarlo per chiedergli di non ridimensionare lo stabilimento Mitsubishi di Mizushima e anzi di inglobare nella rete Nissan i fornitori locali. Su questo Ghosn ieri ha un po’ glissato, preferendo evidenziare le sinergie complessive che apporteranno chiari benefici a entrambe le aziende (sui 24-25 miliardi di yen ciascuna il primo anno, per poi impennarsi in seguito) e che potranno crescere rispetto alle previsioni gia' rilasciate. Oltre ai risparmi sui costi, è ovvio che Nissan conti di fare “leverage” sulla relative forza di Mitsubishi su alcuni mercati (come il Sud-est asiatico) e comparti (come i Suv, specialmente negli Usa), oltre che valorizzare le rispettive competenze nei sistemi ibridi e nella guida autonoma.