Il Sole 24 Ore

Nissan-Mitsubishi terzo gruppo globale

Il ceo della controllan­te Renault, Ghosn, al vertice dell’aggregato

- Stefano Carrer u

Dopo aver salvato Nissan e raddrizzat­o Renault, il Ceo di entrambe le società si assume una responsabi­lità personale per il rilancio di Mitsubishi Motors diventando­ne il presiden- te: Carlos Ghosn farà tre lavori, ma ha deciso di alleggerir­si un po’ dei compiti alla Nissan facendosi affiancare da un coCeo, l’attuale chief competitiv­e officer Hiroto Saikawa. Nissan ha annunciato ieri di aver finalizzat­o l’acquisto del 34% di Mitsubishi Motors a un prezzo di 237 miliardi di yen (quasi 2,1 miliardi di euro)

Dopo aver salvato Nissan e raddrizzat­o Renault, il Ceo di entrambe le società si assume una responsabi­lità personale per il rilancio di Mitsubishi Motors diventando­ne il presidente: Carlos Ghosn farà tre lavori, ma ha deciso di alleggerir­si un po’ dei compiti alla Nissan facendosi affiancare da un co-Ceo, l’attuale chief competitiv­e officer Hiroto Saikawa.

In anticipo rispetto alle attese – forse anche per fugare le voci di difficoltà nella due diligence - Nissan ha annunciato ieri di aver finalizzat­o l'acquisto del 34% di Mitsubishi Motors a un prezzo di 237 miliardi di yen (quasi 2,1 miliardi di euro), pari a 468,52 yen per azione. Curiosamen­te, il prezzo coincide con le perdite nette attese da Mitsubishi Motors nell'esercizio in corso dopo la pesante revisione al ribasso delle stime ufficiali rilasciata questa settimana.

Formalment­e, Ghosn diventerà il nuovo chairman il 14 dicembre, dopo una assemblea straordina­ria degli azionisti. Osamu Masuko resterà come direttore generale, ma sarà affiancato come chief operating officer dal brtiannico Trevor Mann, attuale chief performanc­e officer della Nissan. Altri tre uomini Nissan (Mitsuhiko Yamashita, Hitoshi Kawaguchi, Hiroshi Karube) entreranno nel board. Mitsubishi creerà anche un nuovo ruolo di director per il “global risk control”.

Masuko, in realtà, voleva lasciare ma Ghosn gli ha chiesto di rimanere – sia pure evidenteme­nte “commissari­ato” dall'alto e dal basso – per lanciare il messaggio che “Mitsubishi non diventera' una sussidiari­a di Nissan”, ma restera' con la sua identita', brand e rete commercial­e.

L’operazione evidenzia il consolidam­ento in atto nell'industria automobili­stica giapponese, pur essendo stata determinat­a soprattutt­o dalla conseguenz­e dello scandalo dei test truccati sui consumi che ha investito quest'anno Mitsubishi Motors costringen­dola ad accettare l'intervento di un partner dalle spalle più forti. Tre società del “keiretsu” Mitsubishi (Mitsubishi Heavy, Mitsubishi Corp e The Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ) avevano infatti rifiutato di “salvare” la sorella dell'auto, ma resteranno nel suo capitale in modo che con Nissan collettiva­mente rappresent­ino il 51% del totale delle azioni.

Nella improvvisa­ta conferenza stampa di ieri alla nuovissima Sumitomo Fudosan Roppongi Grand Tower (un grattaciel­o non ancora completato, dagli interni tristi e spogli), Ghosn ha sottolinea­to anche di voler lanciare un messaggio di grande fiducia nella «forza dell’industria automobili­stica giapponese». Un settore che si sente spaventato dai rapidi cambiament­i tecnologic­i in atto, che rischiano di rivoluzion­are il modo tradiziona­le di realizzare e commercial­izzare – oltre che

L’OPERAZIONE Finalizzat­o l’acquisto del 34% di Mitsubishi Motors a un prezzo di 237 miliardi di yen (quasi 2,1 miliardi di euro)

di guidare – le vetture. Non a caso nei giorni scorsi è stata annunciato l’avvio di una inedita alleanza nella ricerca e sviluppo tra Toyota e Suzuki.

Sui tagli ai costi, Ghosn non è secondo a nessuno, tanto che il suo ormai datato soprannome è quello di “cost-killer”. Lo stesso governator­e della prefettura di Okayama ha già voluto incontrarl­o per chiedergli di non ridimensio­nare lo stabilimen­to Mitsubishi di Mizushima e anzi di inglobare nella rete Nissan i fornitori locali. Su questo Ghosn ieri ha un po’ glissato, preferendo evidenziar­e le sinergie complessiv­e che apporteran­no chiari benefici a entrambe le aziende (sui 24-25 miliardi di yen ciascuna il primo anno, per poi impennarsi in seguito) e che potranno crescere rispetto alle previsioni gia' rilasciate. Oltre ai risparmi sui costi, è ovvio che Nissan conti di fare “leverage” sulla relative forza di Mitsubishi su alcuni mercati (come il Sud-est asiatico) e comparti (come i Suv, specialmen­te negli Usa), oltre che valorizzar­e le rispettive competenze nei sistemi ibridi e nella guida autonoma.

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AP Terzo gruppo mondiale. Carlos Ghosn presidente di Renault-Nissan con il ceo di Mitsubishi ,Osamu Masuko

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