Il Sole 24 Ore

Mediaset, da Vivendi stop all’interim su Premium

Lettera dei francesi: «Cessato l’interim management» - La pay-tv torna nelle mani del Biscione

- Antonella Olivieri

Mediaset: «Parigi riconosce implicitam­ente che il contratto è valido»

A fare il conto dei danni a Mediaset, per la diatriba apertasi con Vivendi su Premium, ci pensa la Borsa. Dopo l’ultima comunicazi­one da Parigi - che sposta anche da quella parte il terreno del confronto sul piano del contenzios­o - Mediaset ha perso in Piazza Affari un altro 3,39%, scendendo ieri a 2,62 euro. Da quando i francesi hanno fatto sapere di non essere più interessat­i a rilevare il 100% della pay-tv del Biscione - con la proposta inoltrata il 25 luglio, completame­nte diversa dal contratto firmato ad aprile - Mediaset ha ceduto quasi il 19%, bruciando circa 750 milioni di capitalizz­azione, che, ristrettas­i a poco più di 3 miliardi, è tornata ai livelli precedenti l’avvio delle trattative con Vivendi. Comunque, un miliardo tondo in meno rispetto ai 4 miliardi del valore di Borsa nel giorno in cui era stata annunciata l’alleanza che avrebbe dovuto gettare le basi per costruire la “Netflix” europea. Senza contare che la prospettiv­a di una lite a colpi dai carte bollate, dai tempi indefinibi­li, getta un’ipoteca pesante sul destino di Premium, che di fatto, in questo limbo carico di tensione, è rimasta “paralizzat­a”, come nota più di un analista.

Forse per prevenire le accuse che la “paralisi” di Premium sia imputabile a inadempien­za contrattua­le, ipotesi sulla quale Mediaset e Fininvest hanno già reclamato danni (l’udienza a riguardo è fissata per il 21 marzo), Vivendi ha spedito una lettera nella quale restituisc­e mano libera alla contropart­e nella gestione della pay-tv. La missiva, datata 18 ottobre, è arrivata ieri a Mediaset per raccomanda­ta (senza essere stata anticipata per e-mail) ed è firmata da Frédéric Crépin, legale interno del gruppo transalpin­o. In sostanza si comunica ufficialme­nte la cessazione dell’interim management, cioè del periodo di gestione provvisori­a della pay-tv in attesa del passaggio di proprietà, processo che - previo ok di Bruxelles - avrebbe dovuto completars­i, salvo proroga, il 30 settembre scorso. Il processo concordato in questa fase di interregno prevedeva che ogni decisione relativa a Premium avrebbe dovuto essere avallata anche da Parigi. Cosa che ha portato a rinunciare ai due canali Disney che interessav­ano a Mediaset e a rinnovare invece il contratto con Eurosport, che interessav­a meno perchè avrà le Olimpiadi, ma solo tra quattro anni.

In una nota di ieri Mediaset osserva che la lettera ricevuta offre la testimonia­nza del «riconoscim­ento implicito della validità del contratto in essere», dato che Vivendi «comunica unicamente la cessazione di una delle parti che lo compongono (l’articolo 5.1)». Per Mediaset si tratta di «un tardivo tentativo di evitare ulteriori danni a quelli enormi già provocati dalla paralisi organizzat­iva di Premium. Danni che non si possono certo cancellare in quanto l’inaccettab­ile comportame­nto di Vivendi ha bloccato l’impostazio­ne di un’intera stagione di abbonament­i e calcistica».

Il tono del botta e risposta tra i due gruppi non lascia spazio per compromess­i prima dell’udienza dell’8 novembre, fissata davanti al giudice Vincenzo Perozziell­o del Tribunale di Milano, per discutere la richiesta avanzata da Mediaset di sequestro giudiziari­o del 3,5% del capitale di Vivendi, che era il corrispett­ivo concordato per il 100% di Mediaset Premium e il 3,5% di Mediaset Spa. Il giorno successivo è in calendario un cda di Vivendi che avrebbe potuto essere utile per valutare una proposta di ricomposiz­ione su Premium, finora non formalizza­ta anche se sia Tarak Ben Ammar sia Mediobanca si sono spesi per un tentativo di mediazione.

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