Il Sole 24 Ore

BabyGuest, arriva l’AirBnB dei biberon

- S. Fi.

BabyGuest è l’idea di due donne: un’ex giornalist­a e un’ex manager. È una App per il noleggio e l’acquisto di attrezzatu­re per l’infanzia in tutta Europa. Sportarsi per lavoro, per vacanza o anche solo per un fine-settimana è un’organizzaz­ione faticosa se si hanno bambini. Passeggini, culle, biberon, pannolini. E chi più ne ha, più ne metta. Perché portarsi tutto da casa? BabyGuest mette in contatto persone che hanno bisogno di tutto l’occorrente per un bimbo in viaggio, con chi quelle cose le ha, nel posto dove si sta andando.

Il prossimo step è diventare una piattaform­a di sharing economy a tutto tondo, lanciando il primo programma di reclutamen­to di mamme (e papà) che vogliano regalare una seconda vita a passeggini, culle, seggiolini auto e pappa, scaldabibe­ron e molto altro ancora spesso poco utilizzati o non utilizzati affatto. Un modo per mettere a reddito oggetti che stanno in casa a prendere la polvere (una volta che non servono più). «Diventerem­o l’Airbnb dei passeggini» spiega Serena Errico, una delle due fondatrici. «In pochissimo tempo, e grazie perlopiù ai soli social network, abbiamo attivato una ventina di hub sia in Italia sia all’estero ed evaso con successo i primi ordini peer-to-peer». Anche extra-UE. Come funziona? Basta avere attrezzatu­re per l’infanzia in ottimo stato. L’intera procedura viene gestita direttamen­te online (su www.babyguest.com) e sta al singolo confermare o meno un dato ordine in base alla propria disponibil­ità per le date indicate. A chi mette a disposizin­e l’attrezzatu­ra va il grosso della somma transata. Così, in poco tempo, ci si può ripagare il costo del passeggino, della culla, ecc.

BabyGuest è nata poco più di un anno fa. L’idea è stata proprio di Serena, ex manager di multinazio­nali nell’ambito tlc e media. Si è resa conto quanto fosse complicato fare anche un semplice week-end fuori porta con un neonato o poco più. «L’ostacolo più grosso - osserva l’altra fondatrice Zornitza Kratchmaro­va - è stato di tipo culturale. Far capire ai nostri clienti potenziali che c’è un modo alternativ­o (e più comodo) per viaggiare in famiglia». Tra i primi a sposare il progetto BabyGuest i profession­isti del turismo, alla ricerca costante di servizi innovativi da proporre ai l oro clienti. Finora la start-up ha siglato oltre 2.500 accordi con catene alberghier­e e network di agenzie viaggi e tour operator ( tra cui Welcome Travel, Frigerio Viaggi, ReisenPlat­z e WaterTribe). Il finanziame­nto per BabyGuest è venuto da una campagna di crowdfundi­ng Eppela – UnipolSai per la mobilità all'avanguardi­a.

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