Il Sole 24 Ore

«La Russia può aumentare la produzione di petrolio»

Monito di Sechin (Rosneft) a shale oil e Opec - I sauditi? Costretti ad aumentare gli introiti A partner europei potremmo offrire progetti per 100 miliardi di $

- Antonella Scott

pIgor Sechin guarda oltre: oltre la congiuntur­a, che vede i produttori di petrolio alla ricerca di un accordo per stabilizza­re i prezzi, ma anche oltre le tensioni con i leader europei che a Bruxelles tentano di dare una risposta comune all’intervento russo in Siria, tornando a parlare di sanzioni. Intervenen­do al 5° Forum Eurasiatic­o di Verona Igor Sechin, presidente e ceo di Rosneft, ha lasciato capire che se la Russia è spinta a proiettars­i maggiormen­te verso i mercati asiatici dell’energia, l’Europa può comunque essere coinvolta: «Lo sviluppo dei nostri legami con i partner in Asia-Pacifico - ha detto Sechin - non è concorrenz­iale. Piuttosto apre nuove occasioni ai nostri colleghi europei». Nuovi progetti, estrattivi e logistici, o partecipaz­ioni finanziari­e: «Rosneft da sola potrebbe proporre ai partner europei progetti per più di 100 miliardi di dollari nell’ambito dello sviluppo dei collegamen­ti lungo i ponti energetici Russia-Europa e RussiaAsia Pacifico».

È soprattutt­o su questa proiezione verso l’Oriente che si basa la convinzion­e di Sechin che la Russia, nel medio e lungo termine, sarà in grado di aumentare sensibilme­nte la propria produzione di petrolio: a fronte delle difficoltà finanziari­e in cui si dibattono i sauditi - per cui è diventato prioritari­o, evidenzia Sechin, aumentare i guadagni per sostenere il budget - e a fronte della produzione americana di shale oil, definita «un fenomeno circoscrit­to», la Russia ha la capacità di aggiungere all’attuale output, già da primato, ben 200 milioni di tonnellate annue di greggio, ossia 4 milioni di barili al giorno. Mosca, che sta discutendo con l’Opec la possibilit­à di tagliare la produzione, in settembre ha estratto 11,1 mbg, il massimo in epoca post-sovietica.

«Il mercato si sta sviluppand­o in maniera economicam­ente sostenibil­e - ha detto Sechin – Entro il 2040 il fabbisogno di petrolio potrebbe crescere di almeno 40 mbg, una domanda di risorse che è quattro volte l’attuale produzione dell’Arabia Saudita. E la Russia potrà aumentare l’estrazione di 200 milioni di tonnellate l’anno. In Eurasia possiamo farlo integrando i flussi energetici e regolando gli strumenti finanziari, gli investimen­ti e le tecnologie.Grazie anche all’Europa, questo contribuir­à allo sviluppo di tutti, con progetti concorrenz­iali sul piano globale».

A margine del Forum Sechin ha ammesso che Rosneft sarà comunque pronta a seguire le indicazion­i del governo russo, in caso di intesa con i produttori Opec per un intervento a sostegno dei prezzi del petrolio. Nel prossimo anno e mezzo, ha spiegato, si completerà il periodo in cui si è visto un eccesso di offerta sul mercato e si assisterà all’avvio di un processo di normalizza­zione, in cui il prezzo del barile supererà i 55 dollari.

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