Glencore cede le ferrovie del carbone
pGlencore continua a far cassa per ridurre l’indebitamento e sta raggiungendo gli obiettivi prefissati. Il numero uno mondiale delle materie prime ha venduto ieri Glencore Rail, una rete di trasporto ferroviario usato per il carbone in Australia, per 1,14 miliardi di dollari australiani, pari a 796 milioni di euro.
L’accordo prevede che l’acquirente, Genesee & Wyoming Australia (Gwa) continui a operare e gestire la ferrovia per Glencore per i prossimi vent’anni. GRail, attiva dal 2010, trasporta circa 40 mi- lioni di tonnellate di carbone l’anno dalla Hunter Valley, nella regione del New South Wales, fino al porto di Newcastle.
«Siamo molto soddisfatti della vendita», ha detto Peter Freyberg, responsabile della divisione carbone di Glencore. Grazie a una gara al rialzo tra potenziali acquirenti, vinta da Gwa, il gruppo ha ottenuto un prezzo superiore a quello di 1 miliardo di A$ previsto in origine. Per Paul Gait, analista di Sanford C. Bernstein, la cessione di GRail «dimostra la varietà e l’ampiezza del portafoglio di asset di Glencore. Spesso il mercato non tiene abbastanza in considerazione la capaci- tà del gruppo di far cassa».
Con questa operazione, che deve ancora ricevere il via libera delle autorità australiane, Glencore ha portato a 4,8 miliardi di dollari il valore delle dismissioni effettuate ed è quindi in linea con l’obiettivo che si era data, di ridurre l’indebitamento a 16,5-17,5 miliardi di $ entro la fine del 2016.
Glencore aveva delineato il piano lo scorso anno su pressione degli investitori, che avevano espresso preoccupazione per i 30 miliardi di debiti del gruppo, considerati eccessivi. Da allora il ceo Ivan Glasenberg ha avviato una strategia di dismissioni di asset e tagli alla pro- duzione. La primavera scorsa ha venduto il 49% della divisione agricola del gruppo per oltre 3 miliardi di $. Il mercato ha apprezzato e il prezzo del titolo è più che raddoppiato da inizio anno.
Glencore ha anche tratto beneficio dalla ripresa dei prezzi delle materie prime, nonostante una scommessa azzardata sul carbone le sia costata 400 milioni di dollari: il gruppo aveva orientato le strategie di hedging in base alla convinzione che il prezzo del combustibile sarebbe rimasto basso, invece è la commodity che ha visto i maggiori rialzi nel 2016.