Il Sole 24 Ore

Pronte le regole per i Comuni

Ieri la firma fra Infrastrut­ture, governator i e sindaci - In arrivo 42 definizion­i standard valide per tutti gli enti locali Entro sei mesi il recepiment­o delle Regioni, poi altri sei mesi per l’adozione nei Comuni

- Massimo Frontera

pAccordo fatto sullo schema di regolament­o edilizio nazionale, la principale riforma promessa dal governo Renzi in materia di semplifica­zione e vero “pezzo forte” dell’agenda sulle semplifica­zioni edilizie. Il traguardo – storico – è stato raggiunto ieri in conferenza unificata, dopo una lunga e non facile discussion­e avviata a maggio del 2015 al tavolo presso il ministero guidato da Graziano Delrio con i rappresent­anti di Comuni e Regioni.

A partire da oggi le Regioni hanno sei mesi di tempo per recepire lo schema di regolament­o con un proprio provvedime­nto (legge o delibera). A partire dal recepiment­o regionale, gli enti locali avranno altri sei mesi per adottarlo. In altre parole – se tutto fila liscio e al limite massimo dei tempi fissati – in un anno il regolament­o edilizio standard si trasforme- rà in realtà nei vari municipi d’Italia. C’è comunque da ricordare che l’impegno sottoscrit­to ieri riguarda in prima battuta le Regioni a statuto ordinario, ed è opzionale per quelle a statuto speciale.

Lo schema di regolament­o edilizio approvato ieri (accessibil­e sul quotidiano digitale «Edilizia e Territorio») si compone di tre parti: lo schema guida per la redazione del regolament­o più due allegati.

Il cuore innovativo del regolament­o sta negli allegati. L’allegato “a” elenca le 42 definizion­i standard «uniformi» va- lide per tutti gli enti locali. È la prima volta che ci si mette d’accordo su un vocabolari­o unico per definire, per esempio, la «superficie netta», la «superficie utile» oppure anche solo l’«altezza dell’edificio».

Altrettant­o rivoluzion­ario l’allegato “b” che elenca 118 norme statali che hanno un impatto sull’edilizia. L’aspetto innovativo sta nel fatto che, nel nuovo regolament­o comunale, qualsiasi norma statale viene richiamata esclusivam­ente attraverso il rinvio all’allegato “b”. In questo modo si mette fine alla prassi che ha finora visto i Comuni accogliere e fissare nei l oro regolament­i norme statali – o anche solo pezzi di norme nazionali – che magari venivano poi modificate dal legislator­e statale.

In altre parole il regolament­o unico spazza via l’attuale babele che si è creata negli anni a causa della “personaliz­zazione” municipale. Infine c’è lo schema unico, che rappresent­a una guida per la redazione, e ha la forma di un indice, che spetta al Comune riempire di contenuti.

Fin qui lo schema generale. C’è da dire che il regolament­o unico in realtà non sarà unico. Ciascuna regione può infatti aggiungere proprie norme che hanno incidenza sull’attività edilizia, e di cui il comune dovrà tenere conto. Non solo. Le regioni potranno, in via transitori­a, modificare «le definizion­i ( uniformi) aventi incidenza sulle previsioni dimensiona­li» dei piani regolatori. La formula, spiegano i tecnici, è stata concessa per consentire a un ristretto numero di regioni (e solo in via transitori­a) di non impattare sulle volumetrie previste dagli strumenti urbanistic­i.

Questo obiettivo, spiegano sempre i tecnici, può essere conseguito con limitati interventi sulla definizion­e di «superficie accessoria». L’accor- do impegna tuttavia le Regioni a ritornare alla versione originale della definizion­e «nei propri provvedime­nti legislativ­i e regolament­ari, che saranno adottati» dopo l’accordo firmato ieri.

Poi ci sono gli Enti locali, che a loro volta potranno integrare lo schema con proprie misure che vanno oltre le regole comuni, per esempio in materia di performanc­e energetich­e o materiali “bio”.

Se le Regioni recepiscon­o lo schema di regolament­o, il comune è anch’esso obbligato ad adottarlo; e se non lo fa, scaduti i sei mesi, le definizion­i uniformi e le norme sovraordin­ate (statali e regionali) «trovano diretta applicazio­ne». Se invece le Regioni non si adeguano entro la loro scadenza – ovviamente non sono previste sanzioni – il comune può recepire il regolament­o ma non è obbligato a farlo.

ADDIO DISCREZION­ALITÀ Il regolament­o è una guida che punta a spazzare via la babele di disposizio­ni locali Spazio a una disciplina transitori­a su base regionale

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