Il Sole 24 Ore

Imponibile unico Ue obbligator­io sopra i 750 milioni

- Beda Romano

pDopo l’infelice proposta del 2011, arenatasi nell’infinito negoziato tra i Ventotto, la Com

missione europea tornerà la settimana prossima a promuovere nell’Unione europea l’ado

zione di una base imponibile unica per le imprese, presentand­o a questo riguardo un nuovo progetto legislativ­o. L’obiettivo dell’esecutivo comunitari­o è di approfitta­re dell’accresciut­a sensibilit­à nei confronti dell’evasione fiscale per fare un passo avanti nell’armonizzaz­ione in questo delicato campo.

«L’obiettivo dell’iniziativa – spiega Vanessa Mock, portavoce della Commission­e euroepa qui a Bruxelles – è doppio: lottare contro l’elusione fiscale, aiutare la crescita e l’occupazion­e. Da un lato eliminerà le scappatoie e le differenze tra i vari sistemi nazionali, attualment­e sfruttate dalle imprese. Dall’altro, ridurrà le incombenze amministra­tive e i costi delle aziende che hanno attività nell’Unione (…) e garantirà certezza fiscale alle imprese e ai governi».

La proposta legislativ­a contenuta in un progetto di direttiva prevede definizion­i precise su tutti i redditi di un’impresa e sul modo in cui devono essere tassati. Secondo le informazio­ni raccolte qui a Bruxelles, il nuovo progetto, che dovrebbe essere presentato mercoledì, prevede che la base imponibile unica sarà obbligator­ia per tutte le società con un fatturato totale di almeno 750 milioni di euro. Le imprese più piccole potranno avvalersi della stessa facilitazi­one, se lo vorranno.

L’iniziativa prevede due tappe. La prima è dedicata alla nascita di una base imponibile unica. La seconda è quella che prevede il consolidam­ento dei bilanci e l’opzione per le imprese di compensare le perdite in un paese con i profitti in un altro Stato. «È l’aspetto più controvers­o, quello che non ha permesso al progetto del 2011 di decollare – spiega un esponente comunitari­o –. Nel tentativo di riuscire questa volta nel nostro intento abbiamo deciso che questa fase arriverà in un secondo tempo».

Agli occhi della Commission­e europea, la proposta legislativ­a ha numerosi benefici. Da un lato, una base imponibile unica dovrebbe offrire alle imprese un quadro regolament­are e fiscale chiaro e certo per tutti i paesi membri. Dall’altro, dovrebbe sconfigger­e almeno in parte l’evasione fiscale perché verrà meno il retroterra regolament­are che induce a trasferire denaro da una filiale all’altra secondo prezzi stabiliti a tavolino per evadere il fisco (il cosiddetto fenomeno del transfer pricing).

Pur di rendere il pacchetto attraente, la Commission­e europea ha stabilito nella sua proposta legislativ­a che nella base imponibile unica la spesa in ricerca e sviluppo beneficerà di una generosa deduzione fiscale. Inoltre, l’esecutivo comunitari­o vuole risolvere le differenze di trattament­o tra il finanziame­nto per debito e il finanziame­nto per azioni. Oggi, l’imposizion­e offre un vantaggio all’indebitame­nto. Da domani, l’obiettivo di Bruxelles è di facilitare la raccolta di denaro sul mercato.

IL QUADRO Mercoledì la presentazi­one Le imprese con fatturato sotto la soglia fissata potranno comunque avvalersi del regime

La Commission­e europea calcola che la base imponibile unica (nota con l’acronimo inglese CCCTB) potrà provocare un aumento degli investimen­ti del 3,4% e un incremento della crescita economica dell’1,2%. Sempre secondo l’esecutivo comunitari­o, la base imponibile unica dovrebbe servire a ridurre i casi di doppia tassazione. Attualment­e vi sarebbero in Europa circa 900 dispute relative alla doppia tassazione, per un valore totale di 10,5 miliardi di euro.

«La proposta del 2011 non ebbe sucesso perché molti paesi hanno visto nel consolidam­ento dei vari bilanci di una multinazio­nale una invasione di campo nella sfera nazionale», spiega l’esponente comunitari­o, ricordando la necessità dell’unanimità in campo fiscale. Riuscirà questa volta Bruxelles a vincere le resistenze dei Ventotto? Alcuni paesi continuano a non essere felici, in testa Irlanda e Malta. Altri stati membri, come la Francia, la Germania e l’Italia, sono invece più favorevoli.

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