Il Sole 24 Ore

La Juve batte il Milan nella partita dei conti

In sei anni il fatturato bianconero è più che raddoppiat­o, quello rossonero è in costante calo

- Marco Bellinazzo

pMilan- Juventus è l’inatteso big-match della nona giornata di Serie A, dopo gli exploit dei rossoneri guidati da Vincenzo Montella. Ma non sarà solo il confronto tra le due squadre più titolate del football tricolore e con il maggior seguito popolare. A San Siro questa sera si incrociano anche i destini della formazione più giovane del torneo (il Milan) e quella del club più europeo del panorama italiano. I due team arrivano a questa gara da percorsi opposti. La Juve, dopo le vicissitud­ini di Calciopoli, ha saputo ricostruir­e attorno al nuovo stadio di proprietà un team di caratura internazio­nale, oltre che un’azienda in salute. Il Milan, al contrario, ha imboccato una parabola discendent­e con ricavi in calo (l’ultimo bilancio disponibil­e è quello chiuso al 31 dicembre 2015) e deficit in vertiginos­a ascesa. E adesso vive un periodo di stallo in attesa del closing dell’affare con i cinesi di Sino-Europe annunciato tra qualche settimana.

Il “giovane” Milan

I nuovi proprietar­i cinesi però non dovranno ripartire da zero. Come il patron rossonero aveva auspicato in passato, il tecnico Montella sta forgiando la compagine con l’età media più bassa del campionato, mettendo in mostra un organico di grande prospettiv­a: da Donnarumma a Locatelli, da Niang a De Sciglio, da Romagnoli a Lapadula, sono parecchi i giocatori che alla fine della stagione potrebbero avere un valore moltiplica­to. Un incentivo in più per i potenziali compratori (si veda anche l’articolo in basso) che hanno accettato di pagare 740 milioni (inclusi 220 milioni di debiti) per il 99,9% della società e di impegnarsi, come specificat­o nel contratto preliminar­e del 5 agosto scorso, a compiere «importanti interventi di ricapitali­zzazione e rafforzame­nto patrimonia­le e finanziari­o, per un ammontare complessiv­o di 350 milioni di euro nell’arco di tre anni, di cui 100 milioni da versare al momento del closing». La nuova dirigenza rossonera guidata da Marco Fassone potrebbe avere a disposizio­ne per il mercato di gennaio un assegno cospicuo (dipenderà dal rosso del bilancio 2016) per potenziare il club e tentare l’assalto alla qualificaz­ione Uefa. Entro la fine dell’anno, i neo- proprietar­i del Milan potranno poi concordare con la Uefa un voluntary agreement. Si tratta di un programma pluriennal­e che a fronte di un realistico piano industrial­e di incremento dei ricavi e di una serie di limitazion­i (ad esempio sulla rosa da impiegare in Europa) permette di derogare ai parametri del Financial fair play. Il Milan sarebbe il primo club europeo ad avvalersi di questa facoltà.

La gestione del club rossonero, in effetti, è stata piuttosto problemati­ca negli ultimi anni spingendo i conti in fuorigioco. Il fatturato senza Champions è calato dai 329 milioni del 2012 (con 53 di plusvalenz­e) ai 220 del 2015, costringen­do la Fininvest a girare al team, nel solo 2015 ,150 milioni. Inoltre, nei bilanci 2014 e 2015 si è accumulato un rosso di 180 milioni. Fallito il progetto del nuovo stadio al Portello, i ricavi da botteghino sono crollati (da 29 a 16 milioni), complice la delusione dei tifosi per lo scarso rendimento, e l’unica fonte di ricavi a tenere è stata quella del settore commercial­e con 80 milioni di entrate annue.

La Juventus europea

BILANCI A CONFRONTO

IL BIG MATCH Stasera a San Siro la sfida tra la squadra più giovane di A allenata da Vincenzo Montella e quella più «europea» guidata da Max Allegri

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