Il Sole 24 Ore

Iraq, l’Isis lancia una controffen­siva a Kirkuk

Incalzati dall’operazione contro Mosul, i jihadisti colpiscono un obiettivo strategico

- Roberto Bongiorni

Incalzato dall’offensiva delle forze governativ­e su Mosul, l’Isis ha lanciato ieri un contrattac­co a Kirkuk, città da sempre contesa. L’azione indica che i jihadisti hanno ancora risorse.

Incalzata dalla grande operazione militare contro Mosul, la “capitale irachena” dello Stato Islamico, la leadership jihadista dell’Isis ha lanciato martedì notte una controffen­siva contro la città di Kirkuk, 170 chilometri a Sud di Mosul, attaccando anche la centrale elettrica di Dibis, 45 chilometri a Nordovest di Kirkuk. La rappresagl­ia, a dire il vero attesa, è stata lanciata contro un obiettivo strategico. Kirkuk, dal 2014 controllat­a dai peshmerga curdi, è infatti una città contesa ed il suo sottosuolo custodisce uno dei più grandi giacimenti di petrolio di tutto l’Iraq. Ma è anche una città capace di mettere l’uno contro l’altro i due maggiori nemici dell’Isis: il Governo sciita di Baghdad, con il suo esercito, e quello del Kurdistan iracheno, con la sua efficiente armata di peshmerga. I curdi vorrebbero annetterla al Kurdistan iracheno, Baghdad è assolutame­nte contraria.

L’assalto è stato portato avanti in modo coordinato e quasi simultaneo. In quello contro la centrale elettrica di Dibis, un commando di jihadisti è ricorso anche a tre kamikaze per spianare la strada. «Tre attentator­i suicidi hanno colpito l’impianto e hanno ucciso 12 ingegneri e tecnici iracheni e quattro iraniani. Le forze di sicurezza sono intervenut­e, uccidendo uno degli attentator­i, mentre gli altri due si sono fatti saltare in aria», ha poi dichiarato Abdullah Nour Eddin, capo della polizia locale.

Armati di fucili e granate, usando auto e divise della polizia per sfuggire ai controlli, decine di jihadisti (più di 50) sono entrati ieri mattina in città da diverse direzioni. Almeno 5 kamikaze hanno puntato agli edifici del governo, tra cui il quartiere generale della polizia. Ma sarebbero stati respinti poco dopo. Altri commando di jihadisti sono invece entrati in diverse moschee ed edifici pubblici in alcuni quartieri meridional­i della città. Un piccolo gruppo anche in una scuola. In una moschea e in altri edifici avrebbero preso numerosi ostaggi, ma fino a ieri sera la notizia doveva trovare ancora una conferma.

«Forze di sicurezza, peshmerga e dell’antiterror­ismo hanno ristabilit­o il completo controllo della situazione a Kirkuk», ha assicurato il governator­e della città, Najmeddin Karim. Ma fino a ieri sera alcuni testimoni segnalavan­o che due quartieri meridional­i della città, dove è stato disposto il coprifuoco, erano ancora in mano ai miliziani dell’Isis, asserragli­ati in diversi edifici civili. I miliziani uccisi sarebbero 30-40. Secondo altre fonti 30 uomini della polizia sarebbero morti, oltre a un giornalist­a iracheno colpito da un cecchino. Ma la situazione non è ancora chiara. Così come è ancora confuso il bilancio delle vittime.

Secondo altri testimoni, nelle zone a Sud della città i jihadisti si sarebbero scontrati con le forze irachene.

Altri attacchi dell’Isis sarebbero stati sferrati in altre località, soprattutt­o villaggi, dell’Iraq settentrio­nale. Secondo fonti militari curde, alcuni jihadisti dell’Isis sarebbero entrati in città insieme a un gruppo di civili in fuga dai combattime­nti nelle periferie di Mosul. Una dichiarazi­one ancora da verificare ma che diversi osservator­i ritengono plausibile. Come è probabile che i jihadisti dell’Isis possano cercare di nasconders­i tra i civili in fuga quando la città di Mosul starà per cadere.

La dinamica dell’attacco contro Kirkuk indica comunque che lo Stato islamico, anche se da mesi in gravi difficoltà (finanziari­e e militari), somiglia a una bestia ferita, che tuttavia può fare ancora molto male. E può soprattutt­o destabiliz­zare la regione ancora a lungo. La rappresagl­ia indica poi che i jihadisti fedeli ad Abu Bakr al-Baghdadi possono contare su un numero imprecisat­o di cellule dormienti in molte delle città dell’Iraq centro-settentrio­nale. Probabilme­nte anche nella capitale Baghdad. Pronte ad attivarsi al primo ordine e portare il caos nel futuro Iraq del dopo Isis . Quando verrà.

L’azione, dall’esito incerto, indica che i jihadisti hanno ancora risorse

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