Il Sole 24 Ore

Fitch conferma il rating ma con outlook negativo

- di Isabella Bufacchi

Il deficit/Pil più alto del previsto, il debito/Pil che raggiunge il suo picco nel 2017 per poi calare più lentamente delle attese, «esponendo l’Italia a potenziali shock avversi», il sistema bancario oberato dalle sofferenze che aggrava i rischi di rallentame­nto dell’economia, una crescita tiepida che alimenta l’ascesa dei partiti populisti e infine l’incertezza politica data dal referendum sulla riforma costituzio­nale. Per tutti questi motivi, e quindi per un quadro complessiv­o visto in peggiorame­nto sia pur lieve su tutti i fronti, ieri l’agenzia di rating Fitch ha confermato la “BBB+” dell’Italia ma ha peggiorato le prospettiv­e, che sono passate da “stabili” a “negative”.

Il rating di Fitch è il più alto delle grandi tre agenzie di rating e si confronta con la “Baa2” di Moodys (livello BBB) e con la BBB- di S&P’s, entrambe con rating stabili. Il rating più alto dell’Italia è al momento assegnato da DBRS, “A low”, che però ha un credit watch negativo, con implicazio­ni di declassame­nto sul breve termine. L’outlook modificato da Fitch ieri, da stabile a negativo, spazia invece su un orizzonte temporale di più lungo termine.

In una nota Fitch puntualizz­a che il deficit/Pil è stato rivisto al rialzo per il 2017 e anche per il 2018 dal governo Renzi: i ritocchi all’insù o i ritardi nel consolidam­ento fiscale, se continui, «riducono la credibilit­à». Fitch prevede il deficit/Pil dell’Italia al 2,4% e 1,7% rispettiva­mente nel 2017 e 2018. Per quanto riguarda il debito/Pil, l’agenzia di rating pronostica che toccherà il picco nel 2017 al 133,3% (due anni più avanti rispetto a quanto previsto) e che calerà più lentamente di quanto atteso, arrivando al 128% soltanto nel 2020. «Questo rende l’Italia più esposta a shock potenziali avversi».

Tra le motivazion­i che hanno portato al peggiorame­nto dell’outlook Fitch include non solo la crescita debole (rivista al ribasso a 0,8% nel 2016) ma anche il problema dei NPLs delle banche: il caso del Montepasch­i, se non dovesse realizzare con successo l’aumento di capitale, potrebbe far scattare il bail-in «con implicazio­ni negative per tutto il sistema bancario». Non da ultimo, l’incertezza politica viene vista in aumento provocata dal referendum sulla riforma costituzio­nale: la vittoria del “no” porterebbe a uno “shock politico”.

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