Il Sole 24 Ore

Padoan: no scetticism­o da Ue, ora investimen­ti

- Alessandro Merli

«Non c’è nessuno scetticism­o della Commission­e europea sulla manovra. C’è una procedura da seguire nella quale verranno valutate le singole misure. Ma la nostra proposta combina un aumento della crescita con la continuazi­one dell’aggiustame­nto fiscale, e tiene conto di circostanz­e eccezional­i come il terremoto e la spesa per i migranti». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha difeso, dopo un intervento al Center for Financial Studies della università Goethe a Francofort­e, il documento di bilancio provvisori­o inviato a Bruxelles: «Noi facciamo quello che dobbiamo fare per il bene dell’Italia, poi si discute». Davanti a una platea di economisti, banchieri e imprendito­ri tedeschi, il ministro ha rivendicat­o le riforme fatte dal Governo: «La velocità delle riforme struttural­i ha avuto un’accelerazi­one impression­ante». Su questo, ha avuto il riconoscim­ento del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che ha fatto la presentazi­one. Il banchiere centrale tedesco ha sostenuto che il referendum costituzio­nale del 4 dicembre potrebbe fare da catalizzat­ore per ulteriori riforme.

Le riforme, ha sostenuto Padoan, continuera­nno anche in caso di una vittoria del no al referendum. «I mercati finanziari - ha detto -hanno l’idea che il referendum sia la fine del mondo. Ma abbiamo fatto molte riforme anche con il vecchio assetto istituzion­ale», e ha citato fra l’altro quella delle banche popolari «che era in attesa da vent’anni» e ha già prodotto i primi effetti con la fusione Banco Popolare-Bpm. «Molti migliorame­nti importanti realiz- zati nel recente passato sono stati trascurati dai mercati», ha affermato. Padoan ha insistito però soprattutt­o sul doppio vantaggio che deriverà da una vittoria del sì: «Ci sarà una semplifica­zione del processo legislativ­o e del rapporto fra Stato e regioni e questo accelererà le riforme che verranno realizzate dopo il voto. Ma soprattutt­o si ridurrà l’incertezza politica». Secondo il ministro dell’Economia si è creata «un’atmosfera negativa, nell’attesa del voto, che blocca le decisioni di investimen­to e di consumo».

Nel suo discorso Padoan aveva sottolinea­to la priorità da assegnare in Europa al rilancio degli investimen­ti, pubblici e privati, con l’estensione del piano Juncker e del Fondo per gli investimen­ti strategici, e una loro attuazione più decisa. Il ministro ha ricordato anche che politica di bilancio e riforme struttural­i devono affiancare la politica monetaria espansiva. «Dobbiamo ringraziar­e le banche centrali di tutto il mondo per la risposta che hanno dato alla crisi finanziari­a globale – ha dichiarato - ma ora tutti gli strumenti di politica economica debbono essere utilizzati in modo coordinato». E ha rilanciato anche la proposta italiana di un sussidio di disoccupaz­ione comune, «che nel lungo periodo può beneficiar­e tutti, anche la Germania».

Weidmann si è lanciato in un curioso paragone fra Padoan e Wolfgang Goethe, che fu responsabi­le delle finanze della Sassonia-Weimar e risanò il bilancio tagliando la spesa militare e semplifica­ndo le imposte. Ma ha anche ripetuto la linea tedesca, secondo cui i conti in ordine sono la precondizi­one della crescita.

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