Mef: resta nell’agenda 2017 la seconda tranche di Poste
Il programma di privatizzazione di una nuova tranche di Poste va avanti, e non cambiano le previsioni sulle entrate da dismissioni messe in calendario dal governo.
A spiegarlo sono fonti del ministero dell’Economia in risposta a una serie di dubbi nati ieri dal fatto che i piani per il 2017 scritti nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles citano solo il decreto con cui Palazzo Chigi a maggio scorso ha definito i criteri e le modalità per la privatizzazione di Ferrovie dello Stato.
Anche se non è citato nel documento, però, un altro decreto di Palazzo Chigi aveva messo in campo la seconda tranche di vendita di Poste, che rimane confermata dal governo.
La vendita, anzi, secondo i programmi iniziali sarebbe dovuta andare in porto già quest’anno, ma è stata frenata dalla volatilità e dalle incertezze percepite dagli investitori sulla situazione italiana anche in vista dell’ap- puntamento di dicembre con il referendum. Sul tema, pe - rò, intervengono anche questioni più propriamente di mercato, a partire dalla partita per l’acquisizione di Pioneer, che potrebbe portare la società pubblica guidata da Francesco Caio a diventare il terzo operatore italiano nel risparmio gestito.
Tutto dipende dall’esito delle offerte vincolanti, che sarà reso noto dopo il 3 novembre.
In ogni caso, i numeri relativi ai programmi di privatizzazione restano quelli noti. Dopo la drastica limatura fino a quota 0,1% del Pil per i proventi del 2016, dovuta anche all’allungamento del calendario relativo all’operazione Poste, la cifra messa in preventivo nel 2017 rimane confermata a 8,5 miliardi, vale a dire cinque decimali di Pil, cioè lo stesso obiettivo del 2016 prima che questo fosse rivisto al ribasso.