Sulla produttività prove di dialogo tra le parti sociali
CONFRONTO CONFINDUSTRIA-SINDACATI
Icontratti ancora da chiudere. E poi la questione produttività, che passa anche attraverso le misure decise nella legge di bilancio approvata dal governo. Hanno discusso di questi temi Maurizio Stirpe, vice presidente di Confindustria per le relazioni industriali, e i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. «Sono stati rinnovati 20 contratti, ce ne sono altri 25 da concludere, che però non dipendono solo dalla volontà delle controparti ma anche da situazioni strutturali che derivano dai processi di ristrutturazione in atto delle filiere», ha esordito Stirpe, convinto che l’obiettivo delle parti sociali sia di fare accordi «il nostro lavoro si basa sul numero di accordi fatti» e «risolvere il maggior numero di problemi possibile. Ci siamo posti un percorso cominciando ad affrontare gli argomenti con meno possibilità di contrasto per arrivare poi a quelli che in passato avevano generato più problemi», ha continuato riferendosi al confronto con il sindacato.
Ci sono ancora 11 milioni di lavoratori in attesa di contratto, ha sottolineato Barbagallo, tra privato e Pubblico impiego. «Ci vuole più coraggio, la mobilitazione è l'ultima carta da giocare, non ci costringano a farlo», ha aggiunto il leader della Uil, che comunque ha anche dichiarato di «condividere tutta la relazione di Marco Gay».
Se Gay ha sottolineato l’importanza del dialogo e di lavorare con il sindacato, la Furlan ha rilanciato l’idea di un «grande patto sociale tra chi rappresenta il lavoro ed anche tra i rappresentanti del mondo del lavoro e il governo». Ed ha preso gli applausi quando ha rimarcato l’importanza di alcune misure della legge di stabilità, a cominciare dal miliardo stanziato per la produttività, affermando: «sfido che si possa individuare qualsiasi motivazione da sciopero generale» sulla manovra.
Anche la Camusso, rispondendo alle domande del moderatore, l’ha lasciato sullo sfondo: «vedremo, valuteremo, discuteremo», ha risposto la numero uno della Cgil, che comunque ha contestato la manovra: mancano gli investimenti pubblici, non si affronta il tema delle disuguaglianze e della giustizia fiscale. È più distribuzione a pioggia che investimenti e le coperture sono incerte, ha insistito la Camusso, che ha anche auspicato vincoli per il ricorso al credito di imposta e ai super-ammortamenti per avere garanzie sulla qualità degli investimenti delle imprese. Comunque, bisogna aspettare il testo: «per ora ci sono solo slides», ha aggiunto la leader della Cgil, rispondendo al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che dalla platea si era inserito dicendo: «non c’è il testo, la manovra non si può approvare né criticare».
STIRPE «Sono stati rinnovati 20 contratti, ce ne sono altri 25 da chiudere: spesso le difficoltà nascono da ristrutturazioni di filiere»
Di mobilitazione tutti e tre i sindacalisti hanno parlato per quanto riguarda i contratti. «È meglio che si diano una mossa a postare le risorse, altrimenti saremo costretti ad accomunare tutti gli 11 milioni di lavoratori tra pubblico e privato in una grande iniziativa di lotta», ha detto Barbagallo.
Una questione di risorse ma anche di regole: «il modello contrattuale attuale ha dimostrato di non funzionare bene nel momento attuale di deflazione», ha detto Stirpe, ricordando gli ultimi dati che indicano un aumento del 2% del potere d’acquisto delle retribuzioni e sottolineando che in una situazione di deflazione non si può ragionare come in passato sull’inflazione programmata. Un approccio che la Camusso invece ha contestato, ribadendo che così si riducono i salari.
Infine la rappresentanza: Stirpe ha colto l’occasione per sollecitare dal palco il ministro Poletti, incalzando il governo a prendere le misure necessarie per rendere operativa l’intesa.