Il Sole 24 Ore

Il sindaco di Amatrice: deve ripartire l’economia

Baban: industrial­i in pr ima linea nella gestione emergenza

- Vera Viola

La priorità è il tessuto economico che purtroppo non c’è più, il 99% delle attività è sotto le macerie. A Pasqua partiranno le attività che non ci sono più, sia pur in strutture provvisori­e»: così il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, in collegamen­to audio con il convegno dei Giovani di Confindust­ria a Capri, fa il punto sulla ricostruzi­one.

Per Pirozzi «bene quanto fatto per la scuola, bene per le case. Ora c’è un grande lavoro da fare: l’economia deve ripartire». E serve, secondo il sindaco Pirozzi, un chiaro programma per le infrastrut­ture, «altrimenti – dice – sarà impossibil­e trovare qualche imprendito­re che venga a investire in questo territorio».

Dal palco del Quisisana, nel corso della Tavola rotonda dedicata alle testimonia­nze dei comuni terremotat­i, parte un forte invito a prevenire e mettere in sicurezza. Alberto Baban, presidente della Piccola Industria di Confindust­ria parla di un progetto, partito nel 2012 da Fermo nelle Marche e diventato poi nazionale: «Gli industrial­i sono impegnati in prima linea con un piano di gestione dell’emergenza, messo a punto anche dialogando con la protezione civile. Ma serve un atteggia- mento proattivo, costruire un’idea di prevenzion­e». In altre parole, per Baban, «il Paese oggi è fragile, deve diventare non fragile. Non deve essere resistente, ma resiliente. Cioè deve reagire prevenendo».

Così la pensa, e si batte a questo scopo, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. «A L’Aquila non sono morte persone nelle case più antiche ma nei palazzi di cemento armato – dice –. Delle nostre case non sappiamo nulla e il fascicolo di fabbricato che da tempo è atteso non viene ancora reso obbligator­io». Cialente aggiunge: «Perché non partire con un finanziame­nto di 2 miliardi l’anno? ». Problema di costi? A carico dei cittadini e degli imprendito­ri?, si domanda il sindaco di San Felice sul Panaro, Alberto Silvestri. «Ci vuole una legge che consenta agevolazio­ni fiscali», dice con chiarezza Silvestri. Ricorda il sisma dell’Emilia che colpì gravemente il suo Paese e puntualizz­a: «In Emilia il 50% delle 5mila domande presentate dalle aziende è stato accolto, e per tutte la procedura sarà chiusa entro l’anno. Il terremoto è stato un dramma, ma l’impresa emiliana ha saputo cogliere l’occasione della ricostruzi­one per innovare e per crescere».

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