A rischio gli aiuti al settore vino
La Ue disponibile a garantire regole ad hoc dopo il 2020, ma i budget sono da discutere In Italia produttori esclusi per i ricorsi sulle assegnazioni del 2016
Il faro Ue sull'Ocm vino. Dai vertici della Commissione europea sono giunte nei giorni scorsi ampie rassicurazioni sul mantenimento anche dopo il 2020 di una disciplina specifica per il vino. Un risultato importante ma che rischia di essere vanificato dalla pessima prova che l'Italia sta fornendo sulla spesa dei fondi Ue per la promozione del vino con assegnazioni contestate e pioggia di ricorsi. Col risultato di mettere a rischio gli stanziamenti futuri.
Le rassicurazioni incassate dai vertici dell'Unione italiana vini che a Bruxelles hanno incontrato il «cabinet» del Commissario all'Agricoltura, Phil Hogan, e il nuovo capo dell'Unità vino, il portoghese Joao Onofre, rappresentano un risultato di rilievo vista la tendenza Ue degli ultimi anni di definire (in parallelo con il ridimensionamento della spesa agricola) un’Organizzazione comune di mercato unica per tutti i settori. Da questa razionalizzazione è rimasto però fuori il vino, sia per il peso specifico che rive- ste in Europa, sia perché rappresenta il principale prodotto agricolo oltre che dell’Italia, della Francia. E la gestione «separata» del vino proseuirà oltre il 2020.
Vinta la battaglia delle regole, l'attenzione si sposta ora sui budget. «Dobbiamo prepararci – ha detto il segretario generale dell'Unione italiana vini, Paolo Castelletti – ad affrontare il capitolo finanziario per consolidare la dotazione di risorse ed evitare travasi verso altri settori dell'agroalimentare. Il capitolo chiave è quello della promozione, una misura di importanza strategica che dovremmo cercare di rafforzare ancora di più».
Un proposito chiaro ma tutt'al- tro che semplice da realizzare viste le difficoltà che si stanno registrando in Italia. Una prima graduatoria 2016 definita dal ministero per le Politiche agricole ha spinto molte imprese escluse a ricorrere al Tar del Lazio. E nonostante il Tar avesse rinviato tutto al giudizio di merito previsto a marzo 2017, lo stesso Mipaaf ha pensato di rivoluzionare quella graduatoria riscrivendo l'elenco dei beneficiari provocando così una nuova ondata di ricorsi.
«Dagli uffici Ue – ha spiegato il presidente dell'Unione italiana vini, Antonio Rallo – è trapelato un certo stupore per la guerra dei ricorsi che si sta registrando in Italia ed è evidente che anche la Commissione vorrà vederci chiaro. Di certo quanto sta avvenendo non ci aiuterà a difendere la misura. Perché per quanto noi possiamo sottolinearne l'importanza strategica poi conta il fatto che su 26 milioni disponibili quest’anno ne impegneremo solo 13, lasciando quindi inutilizzato il 50% del budget».
L’ALLARME Rallo (Unione italiana vini): sarà difficile difendere gli stanziamenti se non riusciamo a spendere il 50% dei contributi europei