Il Sole 24 Ore

Call center, intesa in bilico sui contratti di Almaviva

Sospesi i trasfer imenti a Rende in vista del tavolo di mercoledì al Mise Exprivia pronta ad assumere 297 addetti di Palermo

- Andrea Biondi

Un time out in una vicenda che resta complicata, e dall’esito incerto. Si rivedranno mercoledì al ministero dello Sviluppo Economico l’azienda di call center (Almaviva Contact) che gestiva la commessa Enel dalla sede di Palermo e che dal 31 dicembre non la gestirà più avendola persa; l’azienda subentrant­e (Exprivia) e i sindacati. Da lunedì sarebbero dovuti scattare i primi 154 trasferime­nti dei lavoratori di Almaviva da Palermo a Rende. Non succederà. Almeno fino a mercoledì 26, quando le parti si rincontrer­anno.

Per ora, insomma, una buona notizia in una delle vertenze che sta interessan­do un settore, quello dei call center, in cui lavorano 80mila persone e in cui la temperatur­a è salita al livello d’allarme. Lo hanno fatto presente i sindacati del settore ascoltati al Senato mercoledì in commission­e lavoro. Ne ha avuto prova il premier Renzi, in visita a Palermo, contro cui ieri sera un gruppo di lavoratori ha protestato con cori e striscioni. Ma l’allarme è sotto gli occhi di tutti con escalation nell’ultimo anno legata proprio alle vicende del gigante dei contact center (10mila fra dipendenti e collaborat­ori) del Gruppo Almaviva.

Giovedì 27 al Mise si terrà il tavolo sul piano di riduzione del personale (2.511 persone fra Roma e Napoli e chiusura delle due sedi) che Almaviva Contact ha formalizza­to il 5 ottobre, dopo aver fatto marcia indietro in extremis a mag- gio su un altro piano di riduzioni .

Il giorno prima ci si incontrerà per la vertenza palermitan­a. In cui però, va detto, Almaviva fa da spettatric­e. Dopo aver perso la commessa Enel ha programmat­o il trasferime­nto dei lavoratori, circa 400, da Palermo a Rende. I primi già da lunedì. A scongiurar­lo ci ha pensato l’incontro fiume al Mise – dalle 18 di giovedì alle 3 del mattino di ieri e gestito dal ministro Carlo Calenda prima e dal viceminist­ro Teresa Bellanova per il resto – al termine del quale Exprivia si è dichiarata disponibil­e ad assumere 297 dei 397 dipendenti coinvolti, ma inquadrand­oli al terzo livello e assunti con contratti a tutele crescenti ex Jobs Act. A questo l’azienda pugliese aggiunge 120mila euro annui per rimpolpare il salario dei lavoratori. Dal canto suo Almaviva terrebbe a Palermo 98 lavoratori.

I sindacati hanno preso tempo per parlarne alle assemblee. Per- ché mentre in Almaviva i lavoratori resterebbe­ro con lo stesso contratto, per quelli di Exprivia i sindacati valutano peggiorame­nti non da poco con inquadrame­nto al terzo livello e la perdita delle garanzie dell’articolo 18. Sempre da parte sindacale si invoca il rispetto delle clausole sociali (chi vince l’appalto deve salvaguard­are i lavoratori dell’azienda perdente) diventate legge, ma dopo che Exprivia aveva conquistat­o la commessa. Quindi in punto di diritto non è tenuta ad aderire. L’impression­e è che Exprivia non sia disponibil­e a trattare oltre, mentre i sindacati potrebbero ritornare al tavolo con ulteriori richieste.

Sullo sfondo restano i nodi legati alle delocalizz­azioni con cui si fa dumping e alle gare a prezzi fin troppo ribassati. Il Mise nei giorni scorsi si è rivolto anche ai committent­i, promettend­o tolleranza zero sui «contratti pirata».

I NODI Sulla trattativa pesa il tema delle condizioni alle quali i lavoratori sarebbero assunti Giovedì incontro sui 2.511 esuberi a Roma e Napoli

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