Teuco mette in mobilità metà dei lavoratori
A un anno dall’acquisto, il fondo tedesco Certina decide di chiudere la solidarietà
Uno sciopero di due ore, mercoledì prossimo dalle 10 alle 12, e un incontro con i vertici aziendali già fissato per giovedì 27 ottobre: tutto per scongiurare la messa in mobilità di 108 lavoratori (su 194 totali) alla Teuco, l’azienda di arredobagno di Montelupone (Macerata) ceduta, nel maggio dello scorso anno, dal gruppo Guzzini al fondo tedesco Certina, che ne detiene l’80%.
Martedì scorso l’azienda ha convocato i sindacati per annunciare la messa in mobilità di 108 dipendenti. «Una doccia fredda – spiega Daniele Taddei, segretario della Cgil Macerata – visto che solo poche settimane fa avevamo concordato la messa in mobilità di altri 50 lavoratori, con uscita su base volontaria al 21 dicembre ».
Il rischio, spiegano i sindacati, è che allo scadere dei 75 giorni previsti per legge scattino i licenziamenti. «Abbiamo fatto presente all’azienda che esistono strumenti alternativi – spiega Taddei –. Tutti i 194 dipendenti sono oggi in solidarietà, al 60%, sino a fine anno. La legge consente di prorogare per un altro anno questo ammortizzatore sociale, in attesa di un vero piano industriale per il rilancio». L’azienda avrebbe tuttavia risposto che, alla luce del nuovo quadro normativo nazionale del Jobs Act, gli ammortizzatori sarebbero troppo costosi. Da qui la decisione dei sindacati di proclamare lo sciopero di mercoledì prossimo e impugnare il provvedimento sulla mobilità.
L’azienda per ora non commenta ufficialmente la vicenda: il direttore generale Giuseppe Grizzo ha spiegato al Sole 24 Ore che all’inizio della prossima settimana diffonderà un comunicato per fare chiarezza sulla situazione e sui numeri, in attesa di incontrare nuovamente i sindacati giovedì.
«Quest’ultimo provvedimento – dice ancora Taddei - conferma i timori che avevamo sollevato nel maggio 2015, quando la famiglia Guzzini scelse Certina per la cessione». Il fondo, si fece notare allora, era già noto nel Maceratese per aver chiuso nel 2013 la Vitaviva Domino, acquisita tre anni prima dalla tedesca Villeroy&Boch.
Dai sindacati arriva un appello anche alla famiglia Guzzini che, attraverso la finanziaria Fimag, detiene ancora il 20% di Teuco: «Sono i grandi assenti in questa vicenda – incalza Taddei -. Eppure erano stati proprio loro ad assicurarci, poco più di un anno fa, che la vendita a Certina era funzionale al rilancio dell'azienda». Un’azienda che nel 2007 impiegava circa 400 persone e fatturava 40 milioni di euro, ma che ha poi subito gravemente i danni della crisi .
LE REAZIONI I sindacati proclamano due ore di sciopero: si poteva prorogare la solidarietà L’azienda: gli ammortizzatori sono diventati troppo costosi