Meno commodities e più produzioni di nicchia e qualità
Il focus Aidepi-Areté alla Borsa italiana
pSempre meno commodity su larga scala, come mais, frumento e soia, e sempre più «specialties», tante piccole produzioni di qualità. La tendenza dell’agricoltura italiana si può riassumere così. Con il rischio, per un paese trasformatore come l’Italia, che già importa mediamente il 50% del fabbisogno di grano (e ora anche di mais) e il 90% di soia, di vedere crescere ulteriormente il deficit dei tassi di auto approvvigionamento di alcuni dei principali ingredienti del made in Italy alimentare. L’attuale scenario di prezzi ai minimi di molti cereali – ma anche di carni e latte – mpone non solo alle aziende agricole ma a tutta la filiera di recuperare efficienza per sopravvivere.
Per questo il focus di quest’anno sulle commodity agricole organizzato alla Borsa italiana di Milano da Areté in collaborazione con Aidepi, l’associazione dell’industria dolciaria e pastaria, si è concentrato sull’impatto dell’innovazione sulla filiera. Le ultime tendenze dei consumi impongono all’industria alimentare l’acquisto di nuove materie prime (magari sempre grano, ma prodotto in modo diverso), mentre i produttori agricoli sono chiamati ad adattarsi a nuovi prodotti e colture. Ma anche nella distribuzione, dove il peso delle marche tradizionali si è ridotto dal 30 al 25% del totale negli ultimi anni, e il ruolo delle private label da «inseguitore» è diventato un fattore di innovazione.
Oltre ai «nuovi bisogni» del mercato, più sensibile a qualità, salubrità e sostenibilità del cibo, «la fiducia nelle imprese è calata e i consumatori sono più attenti – dice Paolo Barilla, in veste di presidente Aidepi –. Serve un’informazione più autorevole; biso- gna tornare a fare filiera in questo senso». Il latte è un altro settore alle prese con la trasformazione delle scelte dei consumatori: «Il consumo cala del 7-8% l’anno – spiega Giampiero Calzolari, presidente di Granarolo – e la grande distribuzione ridimensiona gli spazi dedicati al latte a favore di prodotti alternativi».
Dal canto suo Mauro Pedroni, presidente di Coop Italia, aggiunge: «Il problema dell’Italia è l’efficienza, perché piccolo è bello ma non basta per far emergere il nostro patrimonio di eccellenze». Anche per Barilla «l’identità dei prodotti è fondamentale. L’Italia deve puntare su caratteristiche e diversità dell’offerta. Siamo in un periodo di mezzo. L’innovazione deve ancora diffondersi in agricoltura. Siamo più lenti anche perché più complessi». Le tentazioni protezionistiche non risolvono i problemi, ma a Bruxelles c’è una questione aperta di Poltica agricola.