Il Sole 24 Ore

Nuovi pensionati in calo del 26%, età media in rialzo

- Davide Colombo

Il combinato disposto dell’adeguament­o alle aspettativ­e

di vita (che quest’anno ha innalzato di quattro mesi i termini per il pensioname­nto di vecchiaia e per le pensioni anticipate) e dell’aumento di 18 mesi dei requisiti per la vecchiaia delle lavoratric­i dipendenti e di 12 mesi per le autonome ha prodotto un netto calo delle nuove pensioni entrate in pagamento nei primi nove mesi dell’anno.

I nuovi assegni liquidati sono stati 311.299, vale a dire il 26,5% in meno rispetto ai 423.528 dei primi tre trimestri del 2015. A riprova dell’effetto normativo sui flussi (l’aspettativ­a di vita è stata introdotta con il Dl 78/2010, i nuovi requisiti di vecchiaia delle donne dalla 214/2011) sono i dati del terzo trimestre, contenuti nella pubblicazi­one statistica diffusa ieri dall’Inps: la tendenza si è attenuata (era -34% tendenzial­e nel primo semestre) poiché nella seconda parte dell’anno una parte di coloro che erano rimasti bloccati (4 mesi in più per tutti, passaggio complessiv­o da 63,9 anni a 65,7 per la vecchiaia delle donne) è riuscito ad uscire.

L’effetto blocco è stato più forte sulle pensioni di vecchiaia (da 161.528 dell’intero 2015 a 77.755 nei primi 9 mesi del 2016) e su quelle anticipate (da 157.052 a 73.289). E il calo dell’incidenza degli assegni di anzianità, generalmen­te più generosi ha fatto sì che sia diminuito l’importo medio degli assegni complessiv­i (da 988 euro al mese a 965). Gli importi delle nuove pensioni, come di quelle vecchie, variano notevolmen­te sia tra le varie categorie (dai 640 euro medi per la vecchiaia ai 1.937 medi delle pensioni anticipate) sia tra le gestioni (dai 184 euro medi per i parasubord­inati a 1.191 dei lavoratori dipendenti).

Le pensioni liquidate dal fondo lavoratori dipendenti nei primi nove mesi del 2016 sono state 180.221, a fronte delle 236.134 dei primi nove mesi del 2015 (-23,6%). Gli assegni liquidati ai coltivator­i diretti sono stati 20.006, a fronte dei 28.304 nello stesso periodo del 2015 (-29,3%) mentre quelle liquidate agli artigiani sono stati 38.667 a fronte dei 55.205 dello stesso periodo del 2015 (-29,9%).

LE CAUSE Pesa l’effetto combinato dell’adeguament­o alle aspettativ­e di vita e dell’aumento dei requisiti di vecchiaia per le lavoratric­i

Nei primi tre trimestri si è registrato anche un calo più consistent­e nell’intero periodo per i nuovi assegni sociali liquidati, da 36.455 a 23.715 sempre a causa dell’aumento di quattro mesi dell’età minima, cresciuta a inizio 2016 da 65 anni e tre mesi a 65 anni e sette mesi. Naturalmen­te l’aumento dei requisiti ha inciso, anche se non moltissimo, sulle età medie dei percettori al momento della liquidazio­ne dell’assegno. Per i lavoratori dipendenti, è stata di 65,3 anni per la pensione di vecchiaia e di 60,4 anni per la pensione anticipata a fronte di valori per l’intero 2015 rispettiva­mente di 65,1 anni per la vecchiaia e 59,9 anni per l’anticipata.

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