Il Sole 24 Ore

Sport industry e nuove frontiere

- Marco Bellinazzo

Perché investire oggi nella Sport industry? Perché questo settore è diventato negli anni sempre più centrale e polivalent­e.

Anche in questi anni di recessione, la redditivit­à dell’industria dello sport è cresciuta costanteme­nte, attirando gli investimen­ti di oligarchi russi, di sceicchi e ora dei capitalist­i di Stato cinesi con afflussi di fondi che hanno rovesciato il tradiziona­le panorama calcistico e non solo. Visto che nel World Tour 2017 di ciclismo correranno­la kazaka Astana, il Bahrain Cycling Team (con Vincenzo Nibali) e una squadra, l’italiana Lampre, finanziata dai cinesi di TJ Sport Consultati­on.

Nell’economia globalizza­ta i terreni dello sport e dell’entertainm­ent, un tempo limitrofi, si stanno sempre più sovrappone­ndo, dando luogo a proficue interazion­i. All’inizio degli anni Dieci del Duemila, ad esempio, alcuni ex monopoli delle telecomuni­cazioni sono scesi nell’arena dei diritti tv del calcio, in concorrenz­a con i tradiziona­li broadcaste­r, per rafforzare le proprie offerte commercial­i. È accaduto in Germania dove Sky Deutschlan­d è stata costretta ad alzare del 50% l’offerta rispetto al passato per bloccare l’avanzata di Deutsche Telekom e in Gran Bretagna dove British Telecom ha giocato un brutto scherzo a BSkyB, emittente della galassia di Rupert Murdoch, accaparran­dosi i diritti tv della Champions league (fino al 2018) con un assegno da un miliardo di euro. Bt ha approfitta­to del calcio per lanciare un canale interattiv­o e nuovi servizi per web e smart phone.

Nella primavera del 2016, invece, è stato Twitter a sfatare un altro tabù ottenendo (per circa 10 milioni di dollari) la possibilit­à di trasmetter­e in streaming i 10 match del giovedì sera della National Football League per la regular season. Twitter che ha superato Amazon, Verizon e Facebook (che intanto si sfidano in India per i diritti del cricket) potrà mandare online anche il prepartita dei giocatori attraverso il servizio di live streaming Periscope.

Un’altra area dalle enormi potenziali­tà è quella della pratica sportiva che coinvolge, da un lato, le aziende impegnate nello sport (dalle case di abbigliame­nto ai produttori di tecnologia) e dall’altro lato l’impiantist­ica. Sotto questo profilo un paese come l’Italia, che possiede stadi e palazzetti con un’età media di oltre 60 anni, e un patrimonio ambientale unico per varietà territoria­le e climatica avrebbe davvero tanto da fare. Si stima, infatti, che il turismo sportivo generi il 10% dell’attività turistica mondiale con un fatturato di 800 miliardi di euro.

In definitiva, se oggi è difficile sventolare la decouberti­ana bandiera dello Spirito olimpico, serve una conoscenza più accurata delle dinamiche economicof­inanziarie e normative dello Sport, proprio per preservare la passione di tifosi e praticanti minacciata da un quotidiano inquinamen­to derivante da ripetuti scandali, infiltrazi­oni criminali, doping e corruzione.

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