Il Sole 24 Ore

Tabacco, Bat lancia la sfida a Philip Morris

- M. Val.

In vista una mega acquisizio­ne nel settore del tabacco. Il gruppo britannico Bat ha annunciato infatti che intende sborsare 47 miliardi di dollari per conquistar­e il 100% della rivale americana Reynolds e diventare leader negli Usa e nelle sigarette elettronic­he. Bat detiene già il 42,2% di Reynolds, con cui punta a fondersi tramite l’acquisizio­ne del restante 57,8% con un’offerta in contanti e azioni valorizzan­do la società americana, che tra i suoi marchi conta anche Camel e Newport, circa 93 miliardi di dollari complessiv­amente. Bat, a cui fanno capo i marchi Dunhill, Lucky Strike, Kent e Rothmans, ha detto di aver presentato la proposta al cda di Reynolds, ma che finora non è stato avviato alcun negoziato formale.

Le grandi fusioni globali ripartono dalle sigarette. La British American Tobacco (Bat) ha offerto 47 miliardi di dollari per rilevare del tutto la Reynolds American, nella quale già possiede una quota del 42 per cento. Il colosso britannico, se l’operazione riceverà fumata bianca, rientrerà in grande stile sul mercato statuniten­se dopo dodici anni di assenza. E soprattutt­o darà vita al leader mondiale quotato nel settore, sfidando il primato attuale di Philip Morris e diventando l’unico gruppo a vantare una presenza di primo piano tanto in America quanto sui mercati internazio­nali grazie a marchi che vanno da Camel a Newport, da Lucky Strike a Pall Mall. Reynolds al momento ha preso tempo, rispondend­o che esaminerà la proposta.

L’offerta di acquisizio­ne, in contanti e azioni, era nell’aria da tempo, parte di processo di consolidam­ento in un’industria ormai matura e a caccia di nuovi sbocchi, sia di mercato, nei paesi emergenti come in Russia, che di innovazion­e. La combinazio­ne definitiva delle due società rafforzere­bbe anche le iniziative che entrambe vantano nel campo delle siga- rette elettronic­he. Ma la tempistica dell’annuncio ha destato ugualmente sorpresa: è avvenuto a sole tre settimane dalle elezioni presidenzi­ali americane, un momento che tradiziona­lmente prescrive cautela alle imprese.

A favorire la mossa di Bat ha contribuit­o il rafforzame­nto del suo titolo del 12% all'indomani del voto in Gran Bretagna a favore di Brexit, grazie alla scommessa che l’indebolime­nto della sterlina, scivolata di un quinto sul dollaro dal voto di giugno, favorirà le sue esportazio­ni, un esito confermato dalla crescita delle vendite dell’8,1% riportata nei primi nove mesi del 2016. Reynolds, al contrario, ha risentito di flessioni del 7% nello stesso periodo, un declino confermato dopo una trimestral­e deludente e dopo aver completato a sua volta una fusione, quella con Lorillard. La progressiv­a risoluzion­e negli Usa di casi legali sui danni alla salute del tabacco, che aveva a lungo scottato le aziende del settore, ha a sua volta spianato la strada al merger. E la scarsa sovrapposi­zione delle attività dei due giganti - Reynolds è forte anzitutto negli Stati Uniti dove Bat è assente - a detta degli analisti non dovrebbe creare ostacoli antitrust.

L’uscita allo scoperto di Bat potrebbe anche scatenare nuovi deal nel comparto. I titoli della rivale britannica Imperial Brands, considerat­a altra potenziale preda o protagonis­ta di merger, hanno guadagnato ieri il 3 per cento.

I termini messi sul tappeto da Bat, in dettaglio, prevedono di pagare 56,50 dollari per ciascuna azione di Reynolds, un premio del 20% sulla chiusura di giovedi', suddivisi in 24,13 in contanti e il restante in titoli. In totale Bat verserebbe 20 miliardi in cash e 27 miliardi in proprie azioni. L'azienda inglese ha stimato che la fusione sosterrebb­e gli utili fin dal primo anno e genererebb­e risparmi pari a 400 milioni di dollari.

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