Il Sole 24 Ore

Il risparmio nel bosco delle regole

Norme primarie, re golamenti, direttive europee: la selva di leggi a tutela del risparmio. Ma i crack continuano

- Stefano Elli

Sembra una questione immunologi­ca: il batterio che si adatta all’antibiotic­o aumentando la sua resistenza al principio attivo rendendolo sempre meno efficace. Così accade nei non rari episodi di risparmio tradito passati in rassegna da Plus24 negli ultimi 25 anni. Dal 1991, infatti, data di introduzio­ne della prima legge che disciplina­va il settore, e varata dopo le tragedie collettive provocate dai molti crack dell’«atipico», il susseguirs­i di fenomeni patologici che hanno colpito il pubblico risparmio è proseguito assumendo forme sempre più creative e innovative. Il legislator­e è corso ai ripari, troppo spesso mettendo toppe tardive ai buchi constatati ex post e quasi mai evitati. Un esempio: la recente raccomanda­zione Consob tesa a scoraggiar­e la prassi dei borsini interni di compravend­ita azionaria (la stessa prassi che ha consentito che potessero verificars­i i casi di Banca popolare di Vicenza e VenetoBanc­a. In tutto ciò non si può certo dire che il settore sia rimasto privo dell’attenzione del legislator­e. La grafica di pagina 4 e 5 mette in relazione cronologic­a (nella parte superiore) gli interventi normativi più importanti che si sono susseguiti dal 1991 ad oggi e (nella parte inferiore) le varie crisi finanziari­e nella loro variegata evoluzione. Come si vede agevolment­e al «bosco» di norme di ogni fonte (comunitari­e, nazionali e a regolament­i delle authority) non sembra corrispond­ere in alcun modo una diminuzion­e della casistica: solo una loro trasformaz­ione. E così, quando i «bad guys» comprendon­o che una delle poche categorie di intermedia­ri rimaste fuori dalla coperta normativa, è quella dei Forex, proprio nel settore del brokeraggi­o online di valute si concentra l’attenzione dei truffatori. Dando origine, per fare un solo esempio, al caso della Ibs Forex. Per non parlare della Gd Consulting, e della truffa perpetrata in Veneto, il cui iter giudiziari­o si è concluso una settimana fa con una prescrizio­ne (anche) “grazie” alla mancata assistenza giudiziari­a fornita da Gran Bretagna, De- laware e Nevada. Ma non è solo il settore del pubblico risparmio ad essere interessat­o al problema. Nell’antiricicl­aggio, per esempio, si approfitta del disallinea­mento normativo che tuttora esiste nella Ue. Per esempio i Money transfer che operano in Italia si trasferisc­ono in massa in Paesi a fiscalità privilegia­ta e normativa illan- guidita ( Irlanda, Olanda, Lussemburg­o) mettendosi al riparo dagli interventi delle nostre authority. Che dire poi delle direttive europee che hanno spaziato (e spazierann­o) dai principi contabili alla profilatur­a del cliente, sino all’introduzio­ne del bail

in. Un evento che non ha certo giocato a favore di un investitor­e, come quello italiano, culturalme­nte e psicologic­amente avvezzo a percepire la propria banca come “in- fallibile”. Quanto all’insider trading, la prima legge era datata 1990. Ha subito molte modifiche nel corso di questi 25 anni: le ultime hanno raddoppiat­o le pene previste (da uno a sei anni a due e 12). Ma il reato continua a essere poco perseguito. Troppo complesso provarlo, secondo gli stessi inquirenti. Diversa la manipolazi­one: dove l’inquadrame­nto della fattispeci­e sembra essere aiutato dagli obblighi informativ­i delle società quotate. Una selva di leggi, dunque, che non sono certo inutili. Ma che non rendono più blindati il mondo del risparmio e quello delle patologie economiche.

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