Il risparmio nel bosco delle regole
Norme primarie, re golamenti, direttive europee: la selva di leggi a tutela del risparmio. Ma i crack continuano
Sembra una questione immunologica: il batterio che si adatta all’antibiotico aumentando la sua resistenza al principio attivo rendendolo sempre meno efficace. Così accade nei non rari episodi di risparmio tradito passati in rassegna da Plus24 negli ultimi 25 anni. Dal 1991, infatti, data di introduzione della prima legge che disciplinava il settore, e varata dopo le tragedie collettive provocate dai molti crack dell’«atipico», il susseguirsi di fenomeni patologici che hanno colpito il pubblico risparmio è proseguito assumendo forme sempre più creative e innovative. Il legislatore è corso ai ripari, troppo spesso mettendo toppe tardive ai buchi constatati ex post e quasi mai evitati. Un esempio: la recente raccomandazione Consob tesa a scoraggiare la prassi dei borsini interni di compravendita azionaria (la stessa prassi che ha consentito che potessero verificarsi i casi di Banca popolare di Vicenza e VenetoBanca. In tutto ciò non si può certo dire che il settore sia rimasto privo dell’attenzione del legislatore. La grafica di pagina 4 e 5 mette in relazione cronologica (nella parte superiore) gli interventi normativi più importanti che si sono susseguiti dal 1991 ad oggi e (nella parte inferiore) le varie crisi finanziarie nella loro variegata evoluzione. Come si vede agevolmente al «bosco» di norme di ogni fonte (comunitarie, nazionali e a regolamenti delle authority) non sembra corrispondere in alcun modo una diminuzione della casistica: solo una loro trasformazione. E così, quando i «bad guys» comprendono che una delle poche categorie di intermediari rimaste fuori dalla coperta normativa, è quella dei Forex, proprio nel settore del brokeraggio online di valute si concentra l’attenzione dei truffatori. Dando origine, per fare un solo esempio, al caso della Ibs Forex. Per non parlare della Gd Consulting, e della truffa perpetrata in Veneto, il cui iter giudiziario si è concluso una settimana fa con una prescrizione (anche) “grazie” alla mancata assistenza giudiziaria fornita da Gran Bretagna, De- laware e Nevada. Ma non è solo il settore del pubblico risparmio ad essere interessato al problema. Nell’antiriciclaggio, per esempio, si approfitta del disallineamento normativo che tuttora esiste nella Ue. Per esempio i Money transfer che operano in Italia si trasferiscono in massa in Paesi a fiscalità privilegiata e normativa illan- guidita ( Irlanda, Olanda, Lussemburgo) mettendosi al riparo dagli interventi delle nostre authority. Che dire poi delle direttive europee che hanno spaziato (e spazieranno) dai principi contabili alla profilatura del cliente, sino all’introduzione del bail
in. Un evento che non ha certo giocato a favore di un investitore, come quello italiano, culturalmente e psicologicamente avvezzo a percepire la propria banca come “in- fallibile”. Quanto all’insider trading, la prima legge era datata 1990. Ha subito molte modifiche nel corso di questi 25 anni: le ultime hanno raddoppiato le pene previste (da uno a sei anni a due e 12). Ma il reato continua a essere poco perseguito. Troppo complesso provarlo, secondo gli stessi inquirenti. Diversa la manipolazione: dove l’inquadramento della fattispecie sembra essere aiutato dagli obblighi informativi delle società quotate. Una selva di leggi, dunque, che non sono certo inutili. Ma che non rendono più blindati il mondo del risparmio e quello delle patologie economiche.