Subordinati Mps, si av vicina l’ora X
Il Cda della banca senese esamina i piani e si fa sempre più strada la conversione I rischi per i risparmiatori
Potrebbe profilarsi all’orizzonte una nuova prova di nervi per i risparmiatori in possesso dei bond subordinati upper tier 2 di Monte dei Paschi di Siena che potrebbero vedersi sottoporre a breve la proposta di conversione dei loro titoli in azioni. Un’opzione che sarà prospettata innanzitutto agli investitori istituzionali (banche, assicurazioni, fondi etc) ma che non è escluso possa essere estesa anche agli altri obbligazionisti.
L’ipotesi si farebbe più remota in caso adozione del piano di Corrado Passera che, coinvolgendo nuovi investitori e quindi apportando denaro fresco, renderebbe meno pressante la necessità di reperire altre risorse. L’obiettivo della conversione è infatti quello di ridurre la portata dell’aumento di capitale. Ini- zialmente ipotizzata fino a 5 miliardi, dieci volte la capitalizzazione della banca e a fronte di un volume giornaliero di scambi azionari di 20 milioni circa, la ricapitalizzazione è parsa da subito indigesta ai mercati. Nello specifico il bond upper tier 2 2008-2018 ha un controvalore complessivo di 2,16 miliardi, codice Isin IT0004352586, ed è in mano a circa 80mila risparmiatori. I titoli furono venduti interamente al retail nel 2008 (taglio minimo di 1.000 euro) per finanziare l’acquisizione di Antonveneta.
Se sarà rivolta anche ai piccoli risparmiatori la proposta di conversione sarà quasi certamente su base volontaria. Nel precedente di Bank of Ireland furono assegnate azioni per un valore pari al 40% del valore nominale dei bond subordinati. Per fortuna degli obbligazionisti il piano di salvataggio andò bene, le azioni recuperarono valore i risparmiatori finirono persino per guadagnarci qualcosa. In quell’occasione la conversione fu però di fatto forzosa, nel caso di Mps l’offerta su base volontaria dovrebbe avere qualche appeal per i nvogliare all’adesione. Attualmente l’up per tier 2 viene scambiato a circa il 70% del suo valore nominale. Per essere interessante l’eventuale concambio dovrebbe collocarsi almeno sopra questa cifra. Per fare un esempio concreto se un risparmiatore detenesse bond che nominalmente valgono 1.000 euro ma che al momento posso rivendere al massimo a 700, una proposta realistica potrebbe collocarsi intorno agli 800 euro sotto forma di azioni di nuova emissione.
Investitori istituzionali esteri starebbero lavorando ad un preaccordo con Mps per il valore della conversione e sembra che uno dei gruppi stia chiedendo una conversione alla pari rispetto al valore nominale. Nelle ultime settimane si sono osservati movimenti nei prezzi dei bond che hanno fatto ipotizzare un’offerta Mps piuttosto vantaggiosa. Fatta salva l’importanza del concambio, è difficile dire in assoluto cosa convenga fare a un risparmiatore: perché passare da obbligazionista ad azionista significa affidare il destino dei propri risparmi unicamente al successo, non scontato, del piano di rilancio della banca. Se le cose volgessero al peggio sarebbero a rischio an- che i bond, tra i primi a essere colpiti da un’eventuale salvataggio effettuato in base alle regole europee sul bail in.
Per gli obbligazionisti retail potrebbe però sempre spuntare il jolly di un aiuto pubblico ad hoc sul modello di quanto accaduto per le quattro banche ( Banca Marche, CariChieti, Popolare Etruria, CariFerrara) ristrutturate poco meno di un anno fa. Eventualità invece da escludere per gli azionisti così come quella del ricorso alle vie giudiziarie.
Chi non converte il bond deve però tenere presente che rimborso e pagamento cedole potrebbero essere rimandate. Per questo tipo di titoli il via libera al versamento di interessi o al rimborso può avvenire solo con il via libera delle autorità di vigilanza (Banca centrale europea e Bankitalia) in base alle condizioni finanziarie della banca. Per questa ragione il bond upper tier 2 era già finito sotto i riflettori nel 2013 quando l’allora Commissario europeo agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, aveva inviato Mps a valutare una sospensione dei pagamenti. Sospensione che poi, nei fatti, non avvenne.