Come si dice « trappola » in tedesco
Non sono certo solo gli italiani le vittime delle trappole mentali che ci allontanano dalle decisioni più coerenti con le nostre esigenze. Prendete i tedeschi: una lunga tradizione culturale impedisce loro di apprezzare i - peraltro magri - benefici del Quantitative easing della Bce. Anzi, ritengono che l’italiano Mario Draghi li abbia depauperati. Il tedesco medio che ragiona di pancia e non si fida di questa Bce (di cui si fanno interpreti giornali come Bild ma anche Welt e Handesblatt) si sente defraudato dal calo dei tassi che ha tolto il punto di riferimento per la rivalutazione dei portafogli. A poco vale la crescita del mercato immobiliare, incentivato proprio dal meno oneroso indebitamento. Le case a Berlino, Brema e Dortmundt si rivalutano a tassi superiori al 5% annui, ma ai tedeschi di indebitarsi per acquistare casa non importa nulla.
Schuld com’è noto significa sia debito che colpa. Piuttosto che riposizionare il proprio portafoglio di investimento e ottenere maggiori rendimenti, preferiscono mettere in discussione un’istituzione comunitaria. Il cui presidente, con una punta di ironia, ha ricordato loro che il Qe ha permesso alla Germania di pagare 28 miliardi di euro in meno di interessi sul loro debito.
È il tema delle occasioni nascoste e dei costi occulti delle scelte finanziarie: si percepisce più importante quel poco che - solo in parte - si perde o si incassa in misura minore, ma non si vede quello che si risparmia o che non si guadagna. Per questo la bavarese Allianz ha confrontato la capacità dei loro connazionali di gestire i risparmi con quella degli altri paesi europei. E i lettori di Bild, Welt e Handesblatt non ne escono bene: al ventesimo posto tra i paesi più industrializzati. Se avessero deciso di spostare un 40% del patrimonio dai coti correnti ai fondi comuni di investimento avrebbero guadagnato l’1% in più, ossia 200 miliardi di euro. Una lezione anche per gli italiani e per i loro 1.334 miliardi di euro in conti correnti, una cifra spropositata per le esigenze di cassa degli italiani e che ciononostante continua a crescere del 4,5-5% anno su anno.