Il dentista valuti con attenzione il «rischio longevità»
Sono un medico odontoiatra nato nel 1960 che andrà in pensione nel 2028. Chiedo consigli riguardo la possibilità di incrementare la pensione. Non ho aderito a due proposte di riscatto di laurea sottopostomi Enpam (che ha alzato le aliquote contributive dal 12,5 al 19%,senza un corrispondente aumento della rendita pensionistica), perché giudicati finanziariamente non convenienti e con condizioni penalizzanti di reversibilità in caso di premorienza; il vero rischio non è quello di una lunga vita, ma esattamente l’opposto e quest’ultimo non mi sembra coperto. Potrebbe essere valida, a vostro parere, l'adesione al nostro fondo negoziale «Fondo Sanità»? Tralasciando l’eventuale vantaggio fiscale dei versamenti che ritengo non debbano essere alla base della scelta previdenziale, il fondo è ben gestito? I costi di gestione non sembrerebbero contenuti, secondo Covip. Esistono migliori alternative tra i fondi aperti? Potrebbe essere uno strumento adatto a costituire a
mia figlia ventenne una base previdenziale? A questi dubbi si aggiunge il fatto che , a fronte di una platea di potenziali 350mila iscritti, il fondo ne conta solo poco più di 5mila. Troppe volte si riscontrano in Italia risultati gestionali (come anche da voi rimarcato) inferiori all'andamento di mercato e ,come nel caso di gestioni previdenziali, accorgersi solo dopo 20 o 30 anni di aver sbagliato cavallo, è sicuramente un errore irrimediabile.
Roberto Agliati
(via e-mail)
Mentre sottoscrivo pienamente la sua ultima affermazione, che andrebbe anche tenuta presente a chi controlla la «bontà» dei prodotti previdenziali proposti in Italia, mi sembra che lei faccia un po’ di confusione su altri versanti. Innanzittutto non liquiderei come secondarie le agevolazioni fiscali previste per chi versa alla previdenza complementare: chiaro che non devono essere l’unico stimolo, ma è anche evidente che la possibilità di dedurre dal reddito imponibile fino a 5.164,57 euro l’anno consente di ottenere dal Fisco ottimi rimborsi in fase di dichirazione dei redditi (naturalmente ciò vale in particolare per chi ha redditi elevati e soprattutto per chi li dichiara). Tra l’altro le faccio presente che qualora sua figlia fosse ancora a suo carico potrebbe dedurre anche i versamenti effettuati sul fondo pensione della ragazza (naturalmente restando entro il plafond sopra indicato).
Mi lascia un po’ perplessa anche la sua seconda dichiarazione inerente il rischio longevità. Proprio nei giorni scorsi se ne è parlato agli Stati Generali delle Pensioni. Da uno studio presentato in quel contesto si riconferma che i prossimi anni saranno caratterizzati dall’aumento dell’aspettativa di vita e dall’invecchiamento della popolazione, con poche nascite e una graduale diminuzione della popolazione tra i 40 e i 59 anni a favore degli over 60. Il vero rischio è proprio questo: sopravvivere ai propri risparmi. Tutelarsi dagli eventi negativi (come la premorienza) è relativamente più facile: basta farlo, con polizza ad hoc (come la Tcm), da stipulare almeno finchè sua figlia sia indipendente economicamente; ciò vale in particolare se ha anche moglie a carico. Ben più difficile è pianficare risparmi per la vecchiaia, soprattutto in tempi di regime contributivo (o misto come penso sia il suo caso) e ritorni obbligazionari negativi.
E veniamo ora alla sua domanda, Fondosanità è un fondo pensione complementare a capitalizzazione per gli esercenti le professioni sanitarie, derivante dalla trasformazione di Fondo dentisti che è stato, a detta degli esperti, un po’ un flop.
Presenta quattro linee d’investimento: scudo, protezione, espansione e garantito e livelli di rischio differenziati. Come lei giustamente sottolineava, i costi sono molto elevati rispetto agli altri fondi negoziali (che non avendo scopo di lucro dovrebbero appunto essere più economici rispetto ai fondi pensione aperti e ai Pip). L’Isc a cinque anni è superiore al 3% su tutte le linee. Dati molto elevati rispetto alla media della categoria dei negoziali: l’Isc a dieci anni dei comparti di Fondosanità va dallo 0,78% allo 0,86%, di mentre per la media dei fondi negoziali è dello 0,4% medio annuo. Inoltre i comparti di Fondosanità prevedono un ulteriore incentivo non contemplato nell’indicatore sintetico sopra riportato. Va ricordato che un Isc dello 0,5% riduce in 35 anni la prestazione finale del 10% circa. Il numero ridotto di aderenti abbassa anche l’efficienza dello strumento. Sono da valutare quindi anche i fondi pensione aperti, selezionando i più efficienti (che si possono trovare anche nelle tabelle di Plus24). Con un’attenzione ai costi rilevabili dal sito Covip che lei già conosce.