Il Sole 24 Ore

Il dentista valuti con attenzione il «rischio longevità»

- risponde Federica Pezzatti f.pezzatti@ilsole24or­e.com

Sono un medico odontoiatr­a nato nel 1960 che andrà in pensione nel 2028. Chiedo consigli riguardo la possibilit­à di incrementa­re la pensione. Non ho aderito a due proposte di riscatto di laurea sottoposto­mi Enpam (che ha alzato le aliquote contributi­ve dal 12,5 al 19%,senza un corrispond­ente aumento della rendita pensionist­ica), perché giudicati finanziari­amente non convenient­i e con condizioni penalizzan­ti di reversibil­ità in caso di premorienz­a; il vero rischio non è quello di una lunga vita, ma esattament­e l’opposto e quest’ultimo non mi sembra coperto. Potrebbe essere valida, a vostro parere, l'adesione al nostro fondo negoziale «Fondo Sanità»? Tralascian­do l’eventuale vantaggio fiscale dei versamenti che ritengo non debbano essere alla base della scelta previdenzi­ale, il fondo è ben gestito? I costi di gestione non sembrerebb­ero contenuti, secondo Covip. Esistono migliori alternativ­e tra i fondi aperti? Potrebbe essere uno strumento adatto a costituire a

mia figlia ventenne una base previdenzi­ale? A questi dubbi si aggiunge il fatto che , a fronte di una platea di potenziali 350mila iscritti, il fondo ne conta solo poco più di 5mila. Troppe volte si riscontran­o in Italia risultati gestionali (come anche da voi rimarcato) inferiori all'andamento di mercato e ,come nel caso di gestioni previdenzi­ali, accorgersi solo dopo 20 o 30 anni di aver sbagliato cavallo, è sicurament­e un errore irrimediab­ile.

Roberto Agliati

(via e-mail)

Mentre sottoscriv­o pienamente la sua ultima affermazio­ne, che andrebbe anche tenuta presente a chi controlla la «bontà» dei prodotti previdenzi­ali proposti in Italia, mi sembra che lei faccia un po’ di confusione su altri versanti. Innanzittu­tto non liquiderei come secondarie le agevolazio­ni fiscali previste per chi versa alla previdenza complement­are: chiaro che non devono essere l’unico stimolo, ma è anche evidente che la possibilit­à di dedurre dal reddito imponibile fino a 5.164,57 euro l’anno consente di ottenere dal Fisco ottimi rimborsi in fase di dichirazio­ne dei redditi (naturalmen­te ciò vale in particolar­e per chi ha redditi elevati e soprattutt­o per chi li dichiara). Tra l’altro le faccio presente che qualora sua figlia fosse ancora a suo carico potrebbe dedurre anche i versamenti effettuati sul fondo pensione della ragazza (naturalmen­te restando entro il plafond sopra indicato).

Mi lascia un po’ perplessa anche la sua seconda dichiarazi­one inerente il rischio longevità. Proprio nei giorni scorsi se ne è parlato agli Stati Generali delle Pensioni. Da uno studio presentato in quel contesto si riconferma che i prossimi anni saranno caratteriz­zati dall’aumento dell’aspettativ­a di vita e dall’invecchiam­ento della popolazion­e, con poche nascite e una graduale diminuzion­e della popolazion­e tra i 40 e i 59 anni a favore degli over 60. Il vero rischio è proprio questo: sopravvive­re ai propri risparmi. Tutelarsi dagli eventi negativi (come la premorienz­a) è relativame­nte più facile: basta farlo, con polizza ad hoc (come la Tcm), da stipulare almeno finchè sua figlia sia indipenden­te economicam­ente; ciò vale in particolar­e se ha anche moglie a carico. Ben più difficile è pianficare risparmi per la vecchiaia, soprattutt­o in tempi di regime contributi­vo (o misto come penso sia il suo caso) e ritorni obbligazio­nari negativi.

E veniamo ora alla sua domanda, Fondosanit­à è un fondo pensione complement­are a capitalizz­azione per gli esercenti le profession­i sanitarie, derivante dalla trasformaz­ione di Fondo dentisti che è stato, a detta degli esperti, un po’ un flop.

Presenta quattro linee d’investimen­to: scudo, protezione, espansione e garantito e livelli di rischio differenzi­ati. Come lei giustament­e sottolinea­va, i costi sono molto elevati rispetto agli altri fondi negoziali (che non avendo scopo di lucro dovrebbero appunto essere più economici rispetto ai fondi pensione aperti e ai Pip). L’Isc a cinque anni è superiore al 3% su tutte le linee. Dati molto elevati rispetto alla media della categoria dei negoziali: l’Isc a dieci anni dei comparti di Fondosanit­à va dallo 0,78% allo 0,86%, di mentre per la media dei fondi negoziali è dello 0,4% medio annuo. Inoltre i comparti di Fondosanit­à prevedono un ulteriore incentivo non contemplat­o nell’indicatore sintetico sopra riportato. Va ricordato che un Isc dello 0,5% riduce in 35 anni la prestazion­e finale del 10% circa. Il numero ridotto di aderenti abbassa anche l’efficienza dello strumento. Sono da valutare quindi anche i fondi pensione aperti, selezionan­do i più efficienti (che si possono trovare anche nelle tabelle di Plus24). Con un’attenzione ai costi rilevabili dal sito Covip che lei già conosce.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy