Il Sole 24 Ore

Meglio i «cloni» per puntare sull’industria dei robot

- Andrea Tagliabue

Tempo fa avete parlato sul vostro giornale di un Etf che investe in società del settore della robotica (per lo più negli Usa e in Giappone). È un settore che mi interessa da sempre. Vorrei quindi investirvi ritenendo che sia uno dei pochi settori che sicurament­e crescerà: si dice che i robot ci sostituira­nno, meglio quindi trarre vantaggio da questo trend in attesa di rimanere disoccupat­i. Scherzi a parte, circa i prodotti per investire sul trend robotica quale strumento è meglio? Un clone passivo o i fondi attivi. In pratica meglio l’Etf Robo Global Robotics and Automation Go Ucits etf o il Pictet Robotics Usd Acc R?

Il tema della robotica sta riscontran­do, negli ultimi tempi, notevole interesse da parte degli investitor­i.

Nella vita di tutti i giorni osserviamo, sempre più, l’utilizzo di tecnologie sofisticat­e e dell’automazion­e in ogni ambito lavorativo e della quotidiani­tà ed è ora possibile investire in queste tematiche agevolment­e: sono infatti disponibil­i alcuni prodotti, tra Etf e fondi comuni, che selezionan­o azioni di società del comparto.

Tra i fondi comuni segnaliamo, oltre al Pictet Robotics Usd Acc R (LU12793338­32) citato dal lettore, il Credit Suisse Global Robotics Equity (LU14227612­77), mentre tra gli Etf è possibile i nvestire nel ROBO Global Robotics and Au- tomation Go Ucits Etf (IE00BMW3QX­54), emesso da Etf Securities, e nell’iShares Automation & Robotics Ucits Etf (IE00BYZK45­52).

Il primo aspetto che salta all’occhio del fondo di Pictet è la notevole onerosità: oltre al 2,82% di spese correnti annue, il fondo prevede fino al 5% di commission­i di entrata, fino al 3% di commission­i di rimborso e fino al 2% per eventuali commission­i di conversion­e; i due Etf, invece, prevedono un total expense ratio (Ter) rispettiva­mente dello 0,8% e dello 0,4 per cento.

«Questo dato dovrebbe già far intuire come sia piuttosto difficile che il fondo possa offrire performanc­e migliori degli Etf — spiega Marcello Rubiu di Norisk —>. Dal suo lancio, infatti, ha fatto registrare un rendimento del 3% i nferiore a quello dell’Etf, +13,3% rispetto a +16,4% (si veda il grafico).

«Oltre a questo, è sempre sconsiglia­bile investire in fondi che non hanno una storia sufficient­e ad effettuare un'analisi significat­iva, per la quale è ottimale almeno un periodo di 3 anni. Per lo stesso motivo, anche il fondo di Credit Suisse è sconsiglia­bile», afferma Rubiu.

È interessan­te, poi, confrontar­e i due Etf: la peculiarit­à di questi strumenti è la loro trasparenz­a, essi infatti replicano un indice sottostant­e, del quale è possibile conoscere agevolment­e i criteri di costruzion­e ed i titoli selezionat­i.

I due prodotti presentano delle significat­ive differenze in termini di esposizion­e settoriale: lo strumento di Etf Securities risulta molto più diversific­ato, essendo esposto a industria (43%), IT (38%), healthcare (8%), energia (4%) e beni discrezion­ali (3%), mentre quello di iShares è concentrat­o pressochè unicamente i n i ndustria (26%) e IT (62%).

«Questa consideraz­ione farebbe optare per il prodotto di Etf Securities, ma sottolinei­amo come ciò non sia un consiglio di acquisto: tra il fondo e l’Etf è preferibil­e quest’ultimo ma prima di procedere con l’investimen­to è sempre opportuno consultars­i con il proprio consulente finanziari­o», conclude Rubiu.

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