Meglio i «cloni» per puntare sull’industria dei robot
Tempo fa avete parlato sul vostro giornale di un Etf che investe in società del settore della robotica (per lo più negli Usa e in Giappone). È un settore che mi interessa da sempre. Vorrei quindi investirvi ritenendo che sia uno dei pochi settori che sicuramente crescerà: si dice che i robot ci sostituiranno, meglio quindi trarre vantaggio da questo trend in attesa di rimanere disoccupati. Scherzi a parte, circa i prodotti per investire sul trend robotica quale strumento è meglio? Un clone passivo o i fondi attivi. In pratica meglio l’Etf Robo Global Robotics and Automation Go Ucits etf o il Pictet Robotics Usd Acc R?
Il tema della robotica sta riscontrando, negli ultimi tempi, notevole interesse da parte degli investitori.
Nella vita di tutti i giorni osserviamo, sempre più, l’utilizzo di tecnologie sofisticate e dell’automazione in ogni ambito lavorativo e della quotidianità ed è ora possibile investire in queste tematiche agevolmente: sono infatti disponibili alcuni prodotti, tra Etf e fondi comuni, che selezionano azioni di società del comparto.
Tra i fondi comuni segnaliamo, oltre al Pictet Robotics Usd Acc R (LU1279333832) citato dal lettore, il Credit Suisse Global Robotics Equity (LU1422761277), mentre tra gli Etf è possibile i nvestire nel ROBO Global Robotics and Au- tomation Go Ucits Etf (IE00BMW3QX54), emesso da Etf Securities, e nell’iShares Automation & Robotics Ucits Etf (IE00BYZK4552).
Il primo aspetto che salta all’occhio del fondo di Pictet è la notevole onerosità: oltre al 2,82% di spese correnti annue, il fondo prevede fino al 5% di commissioni di entrata, fino al 3% di commissioni di rimborso e fino al 2% per eventuali commissioni di conversione; i due Etf, invece, prevedono un total expense ratio (Ter) rispettivamente dello 0,8% e dello 0,4 per cento.
«Questo dato dovrebbe già far intuire come sia piuttosto difficile che il fondo possa offrire performance migliori degli Etf — spiega Marcello Rubiu di Norisk —>. Dal suo lancio, infatti, ha fatto registrare un rendimento del 3% i nferiore a quello dell’Etf, +13,3% rispetto a +16,4% (si veda il grafico).
«Oltre a questo, è sempre sconsigliabile investire in fondi che non hanno una storia sufficiente ad effettuare un'analisi significativa, per la quale è ottimale almeno un periodo di 3 anni. Per lo stesso motivo, anche il fondo di Credit Suisse è sconsigliabile», afferma Rubiu.
È interessante, poi, confrontare i due Etf: la peculiarità di questi strumenti è la loro trasparenza, essi infatti replicano un indice sottostante, del quale è possibile conoscere agevolmente i criteri di costruzione ed i titoli selezionati.
I due prodotti presentano delle significative differenze in termini di esposizione settoriale: lo strumento di Etf Securities risulta molto più diversificato, essendo esposto a industria (43%), IT (38%), healthcare (8%), energia (4%) e beni discrezionali (3%), mentre quello di iShares è concentrato pressochè unicamente i n i ndustria (26%) e IT (62%).
«Questa considerazione farebbe optare per il prodotto di Etf Securities, ma sottolineiamo come ciò non sia un consiglio di acquisto: tra il fondo e l’Etf è preferibile quest’ultimo ma prima di procedere con l’investimento è sempre opportuno consultarsi con il proprio consulente finanziario», conclude Rubiu.