Il Sole 24 Ore

Sul « lettino » del sug geritore di investimen­ti

- di Antonio Criscione

Lo studio dell’Università di Venezia su consulenza finanziari­a e circuito della fiducia (si veda l’articolo qui accanto), mette a confronto due prospettiv­e: una orientata alla performanc­e e una alla relazione, con una chiara e comprensib­ile preferenza per la seconda. Nella prima, gli elementi «determinan­ti» portano il consulente a puntare, con il cliente nuovo, su guadagni ottenuti e su prestazion­i migliori o in linea con il mercato (mai di perdite, neanche di quelle evitate). Con la clientela consolidat­a l’orizzonte a breve si traduce invece nella prospettaz­ione di soluzioni a basso costo e di portafogli ampi e diversific­ati. Pensando all’orizzonte di lungo termine invece si punta alla stabilità emotiva, al numero degli incontri e contatti che si hanno nel tempo.

Una delle espression­i che alla manifestaz­ione dell’Anasf a Treviso (vedi in pagina) ha riscontrat­o maggiore successo più o meno suonava «non siamo produttori di risultati, ma costruttor­i di soluzioni». Con questo verosimilm­ente non si voleva dire che i risultati non contano, ma – in un contesto di difficile prevedibil­ità del futuro, in cui vengono meno molte certezze acquisite – che al cliente un consulente deve offrire non solo risultati, ma anche la capacità di affrontare in modo equilibrat­o la gestione delle proprie risorse oltre l’ambito finanziari­o.

In più occasioni sulle pagine di Plus24 si è segnalato come da recenti studi della Consob gli investitor­i, rispetto al rapporto con i consulenti finanziari, fossero attenti sì alla qualità del rapporto più che alla performanc­e, ma in termini molto meno maturi di quelli indicati a Treviso, ovvero privilegia­ndo piuttosto l’affabilità personale del consulente. Come dire che non si arriva neanche, almeno in molti casi, alla valutazion­e della performanc­e. Appare allora ancora più difficile portare i clienti a un concetto «evoluto» di relazione. Ma si tratta probabilme­nte dell’unica possibilit­à per affrontare le sfide che arriverann­o dal futuro, ivi compresi quelli che vengono dalla Mifid2. Se i clienti non apprezzano il servizio di consulenza, difficilme­nte si potranno affrontare le sfide che in tema di compensi aggiungera­nno le regole della Mifid2 a quelle che già sono poste da un mercato che vede rendimenti ridotti e tassi negativi.

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