Big data? Compagnie in ritardo
Una rice rca Celent Rgi rileva che gli italiani sono disponibili a cedere i dati ma gli assicuratori italiani non li raccolgono
+ Pragmatici e tutt’altro che sprovveduti. Questa è l’istantanea dei consumatori italiani di fronte all’utilizzo dei big data e delle smart technology in ambito assicurativo. Gli utenti sono sempre più disposti a condividere i dati privati che raccolgono e gestiscono con gli assicuratori. Ma in cambio si aspettano di ricevere sconti e servizi aggiuntivi e che le compagnie vadano oltre gli standard con offerte e trattamenti personalizzati.
Questa fotografia che stupisce per l’elevata disponibilità di rinuncia parziale alla privacy proviene dall’Osservatorio triennale sulla digitalizzazione delle compagnie assicurative europee che Rgi, società leader nella produzione di software per le assicurazioni, ha organizzato a partire dal 2015 in collaborazione con Celent - Oliver Wyman Group, e che Plus24 ha visionato in esclusiva. Si chiama «Private consumer data and smart technology in insurance», ed è stato presentato al mondo assicurativo italiano e internazionale venerdì 21 ottobre 2016 durante Rgi Next – Ux Factor, dove il gruppo ha tra l’altro lanciato un nuovo software innovativo «Pass_Insurance», che consente alle assicurazioni di evolvere il proprio modello operativo interno aprendosi contemporaneamente all’innovazione delle smart technology .
il panel
L’indagine, che ha coinvolto 60 compagnie assicurative europee, di cui 32 in Italia e 1.284 consumatori europei, di cui 323 in Italia, si proponeva di analizzare l’evoluzione di un mercato che dai big data e dalle smart technology può trarre grandi benefici. Venendo ai dati più inattesi, dallo studio emerge che se una vasta maggioranza dei consumatori italiani si dice disponibile a condividere alcuni dati specifici con le compagnie, come quelli sul proprio stile di guida per l’82% o sulla propria salute per il 66%, ancora 4 compagnie italiane su 10 non ritengono fondamentale reperire tali dati, a fronte di un 84% delle compagnie europee, che invece stanno cogliendo più velocemente le opportunità fornite dalla digitalizzazione. «Mi ha colpito proprio l’intensità di questa disponibilità di condivisione dei dati privati – spiega Vito Rocca, ceo di Rgi –. Si tratta di un fenomeno molto interessante che crea prospettive di riposizionamento. Risulta però anche evidente un disallineamento tra le compagnie e le persone e anche una scollatura tra i gruppi assicurativi europei e quelli italiani. Una differenza che risulta ancora più netta se si analizzano gli investimenti già fatti nelle smart technology. Le aspettative dei consumatori in questo senso sono alte, tanto che solo meno del 10% di loro dichiara di non volerle utilizzare e di preferire un contatto umano, ma ciò che latita sono gli investimenti per svilupparle».
Scendendo maggiormente nel dettaglio, si nota infatti come solo il 14% degli assicuratori italiani abbia investito nelle «machine learning techniques», un dato che arriva a più del doppio nel caso delle compagnie europee.
consumatori e compagnie
Infine dalla ricerca emerge anche che vi sarebbe un divario tra i dati che i consumatori pensano che gli assicuratori dovrebbero poter utilizzare e quelli che gli assicuratori italiani usano in realtà.
Inoltre, un’alta percentuale degli assicuratori italiani tende a credere che i consumatori ripongano fiducia in loro nel fare un uso diligente dei dati privati derivati dai social network e altre piattaforme su Internet, ma la fiducia dei consumatori nel settore assicurativo è in realtà in calo», spiega la ricerca.
C’è quindi un divario tra le aspettative dei consumatori e le capacità delle assicurazioni, dal momento che i consumatori sono più disposti a interagire con le macchine e i robot di quanto gli assicuratori stiano in realtà investendo in questi strumenti. Infine dall’analisi di Celent emerge che la vendita e l’assistenza sono gli ambiti in cui gli assicuratori italiani pensano che le smart technology possano aggiungere valore. I driver principali per investire in queste tecnologie sono l’automazione dei processi, la riduzione dei costi e il miglioramento di prodotti e servizi.