Il fardello demografico dell’Italia
L’indice di vecchiaia e l’indice di dipendenza sono due importanti indicatori demografici; e non si tratta solo dei numeri degli abitanti e della loro età, ma anche della sostenibilità delle finanze pubbliche. La tabellina mostra come si siano evoluti, dal 2004 al 2015, questi indicatori per il Mezzogiorno e per l’Italia intera. L’indice di vecchiaia si ottiene rapportando l’ammontare della popolazione anziana di 65 anni e oltre alla popolazione di età inferiore a 15 anni: cioè a dire i vecchi in rapporto ai giovani. L’indice di dipendenza ci dice quanti sono gli individui “dipendenti” rispetto al totale della popolazione in età lavorativa. In pratica si tratta di rapportare coloro che hanno bisogno di essere mantenuti a coloro che li dovrebbero mantenere. Allora, al numeratore vi è quella parte della popolazione che, a causa dell’età, si ritiene essere non autonoma, cioè dipendente, da 0 a 14 anni e da 65 anni e oltre. Al denominatore la fascia di popolazione che, essendo in età lavorativa, da 15 a 64 anni, dovrebbe provvedere al suo sostentamento. Questo rapporto, espresso in percentuale, indica il “fardello demografico” che pesa sulla popolazione in età attiva.
Come si vede, sfortunatamente questi due indici sono andati crescendo nel tempo, e la crescita, per l’indice di vecchiaia, è stata più accentuata nel Mezzogiorno. Tuttavia, se guardiamo ai livelli e non alle variazioni nel tempo, il Mezzogiorno ha, sia per la vecchiaia che per la dipendenza, un livello più basso rispetto a quello medio italiano. Frutto, probabilmente, di una popolazione più giovane, perché nel passato (non più negli ultimi anni) la natalità era maggiore nel Mezzogiorno.