L’AVANZATA DEGLI OLTRE MILLE ETF
Facilità d’accesso e bassi costi spiegano il successo dei prodotti che offrono la replica passiva dei mercati
È una storia d’amore in crescendo. Quella tra gli investitori italiani e gli Etf è una relazione ormai consolidata, destinata a diventare ancora più intensa nei prossimi anni. E la forza trainante dell’espansione continua a essere la crescente domanda di Etf che arriva dagli investitori istituzionali e retail.
il trend
A fine settembre scorso le masse in gestione degli strumenti quotati sull’Etfplus di Borsa Italiana (mercato di Borsa Italiana dove sono negoziati gli Etf, ma anche gli Etc, Etn e, dal febbraio 2015, i fondi comuni tradizionali) hanno superato i 51 miliardi di euro con un balzo del +18% rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare nei primi nove mesi del 2016 sono stati registrati flussi in entrata pari a circa 4,4 miliardi di euro. Contestualmente anche il numero degli Etf a disposizione degli investitori è in deciso e co- stante aumento: dagli 8 strumenti di fine 2002 (anno in cui sono stati approdati i primi Etf in Italia) oggi siamo passati a oltre 1150 prodotti. «Le nuove quotazione di Etf, Etc ed Etn, congiuntamente con l’avvio dei fondi comuni aperti – afferma Silvia Bosoni, responsabile Etf Listing di Borsa Italiana - hanno ulteriormente allargato le asset class raggiungibili, che mettono a disposizione degli investitori nuove modalità di esposizione ai mercati per mettere in atto le loro strategie di investimento, aumentando in modo esponenziale le opportunità di investimento sia in ottica tattica che strategica».
ce n’è per tutti i gusti
È sono proprio la possibilità di investire sui mercati più eterogenei a basso costo, con la massima agilità operativa e con cifre modeste che hanno determinato il successo degli Etf. Un mix di efficacia ed efficienza che consente l’accesso a un’ampia gamma di classi di attività a prezzi più convenienti rispetto ai tradizionali fondi comuni. L’investimento in Etf prevede, infatti, il pagamento di costi decisamente inferiori rispetto alle commissioni applicate sui fondi comuni tradizionali di pari categoria, pur considerando le commissioni applicate dalla propria banca per consentire la compravendita degli Etf in Borsa. Nel segmento azionario, per esempio, il costo medio dei fondi è del 2,3%, contro lo 0,8% degli Etf di pari categoria, considerati anche i costi impliciti di negoziazione.
la sfrenata innovazione
Negli anni è stato un susseguirsi di nuove tendenze. Dai primordiali prodotti che replicano l’andamento dei principali listini azionari a quelli delle Borse emergenti, per poi passare sulla scia della crisi dei mercati agli Etf short, i cosiddetti ribassisti che offrono la replica inversa dell’indice e insieme agli strumenti a leva amplificano i movimenti del sottostante. Una serie di innovazioni che hanno reso meno immediata la comprensione dei meccanismi di funzionamento di un prodotto che ha nella sua semplicità uno dei punti di forza: in fondo l’Etf ha la struttura del fondo comune, ma offre la replica passiva di un mercato di riferimento senza l’intervento di un gestore. Ma come qualsiasi altro strumento finanziario, va maneggiato con cura e compreso fino in fondo. Una corretta conoscenza delle modalità di negoziazione è infatti fondamentale al fine di comprenderne potenzialità e limiti e non farsi fuorviare da convinzioni prive di reale fondamento. Occorre aiutare gli investitori a comprendere non solo il funzionamento e le opportunità degli Etf, ma anche i rischi insiti nello strumento. «Abbiamo sempre posto una particolare attenzione al tema dell’education, che riteniamo fondamentale per un corretto approccio verso il mercato e gli investimenti finanziari – prosegue Bosoni -. Per questo motivo anche quest’anno nell’ambito de Trading on Line Expo abbiamo organizzato un convegno dedicato alla comprensione delle caratteristiche fondamentali degli Etf e al loro corretto utilizzo da parte degli investitori».
dagli istituzionali al retail
Le masse in gestione agli Etf arrivano principalmente da operatori istituzionali (tra i più assidui utilizzatori figurano gli stessi gestori dei fondi comuni), perché le caratteristiche del prodotto si integrano bene nei processi di controllo dei rischi di portafoglio. Gli Etf offrono la replica al 100% dell’indice sottostante e rispetto a un fondo attivo non espongono l’utilizzatore al rischio esogeno riferito all’operato del gestore. Il rischio dell’Etf è pari a quello del sottostante: la volatilità è la stessa. Gli Etf aiutano quindi i processi di risk management, perché consentono di monitorare un solo rischio, quello sistematico del mercato di riferimento.
Benefici sempre più alla portata degli investitori privati che possono comprare gli Etf e diversificare i loro portafogli anche con un modesto capitale iniziale.