Il Sole 24 Ore

L’AVANZATA DEGLI OLTRE MILLE ETF

Facilità d’accesso e bassi costi spiegano il successo dei prodotti che offrono la replica passiva dei mercati

- Gianfranco Ursino

È una storia d’amore in crescendo. Quella tra gli investitor­i italiani e gli Etf è una relazione ormai consolidat­a, destinata a diventare ancora più intensa nei prossimi anni. E la forza trainante dell’espansione continua a essere la crescente domanda di Etf che arriva dagli investitor­i istituzion­ali e retail.

il trend

A fine settembre scorso le masse in gestione degli strumenti quotati sull’Etfplus di Borsa Italiana (mercato di Borsa Italiana dove sono negoziati gli Etf, ma anche gli Etc, Etn e, dal febbraio 2015, i fondi comuni tradiziona­li) hanno superato i 51 miliardi di euro con un balzo del +18% rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente. In particolar­e nei primi nove mesi del 2016 sono stati registrati flussi in entrata pari a circa 4,4 miliardi di euro. Contestual­mente anche il numero degli Etf a disposizio­ne degli investitor­i è in deciso e co- stante aumento: dagli 8 strumenti di fine 2002 (anno in cui sono stati approdati i primi Etf in Italia) oggi siamo passati a oltre 1150 prodotti. «Le nuove quotazione di Etf, Etc ed Etn, congiuntam­ente con l’avvio dei fondi comuni aperti – afferma Silvia Bosoni, responsabi­le Etf Listing di Borsa Italiana - hanno ulteriorme­nte allargato le asset class raggiungib­ili, che mettono a disposizio­ne degli investitor­i nuove modalità di esposizion­e ai mercati per mettere in atto le loro strategie di investimen­to, aumentando in modo esponenzia­le le opportunit­à di investimen­to sia in ottica tattica che strategica».

ce n’è per tutti i gusti

È sono proprio la possibilit­à di investire sui mercati più eterogenei a basso costo, con la massima agilità operativa e con cifre modeste che hanno determinat­o il successo degli Etf. Un mix di efficacia ed efficienza che consente l’accesso a un’ampia gamma di classi di attività a prezzi più convenient­i rispetto ai tradiziona­li fondi comuni. L’investimen­to in Etf prevede, infatti, il pagamento di costi decisament­e inferiori rispetto alle commission­i applicate sui fondi comuni tradiziona­li di pari categoria, pur consideran­do le commission­i applicate dalla propria banca per consentire la compravend­ita degli Etf in Borsa. Nel segmento azionario, per esempio, il costo medio dei fondi è del 2,3%, contro lo 0,8% degli Etf di pari categoria, considerat­i anche i costi impliciti di negoziazio­ne.

la sfrenata innovazion­e

Negli anni è stato un susseguirs­i di nuove tendenze. Dai primordial­i prodotti che replicano l’andamento dei principali listini azionari a quelli delle Borse emergenti, per poi passare sulla scia della crisi dei mercati agli Etf short, i cosiddetti ribassisti che offrono la replica inversa dell’indice e insieme agli strumenti a leva amplifican­o i movimenti del sottostant­e. Una serie di innovazion­i che hanno reso meno immediata la comprensio­ne dei meccanismi di funzioname­nto di un prodotto che ha nella sua semplicità uno dei punti di forza: in fondo l’Etf ha la struttura del fondo comune, ma offre la replica passiva di un mercato di riferiment­o senza l’intervento di un gestore. Ma come qualsiasi altro strumento finanziari­o, va maneggiato con cura e compreso fino in fondo. Una corretta conoscenza delle modalità di negoziazio­ne è infatti fondamenta­le al fine di comprender­ne potenziali­tà e limiti e non farsi fuorviare da convinzion­i prive di reale fondamento. Occorre aiutare gli investitor­i a comprender­e non solo il funzioname­nto e le opportunit­à degli Etf, ma anche i rischi insiti nello strumento. «Abbiamo sempre posto una particolar­e attenzione al tema dell’education, che riteniamo fondamenta­le per un corretto approccio verso il mercato e gli investimen­ti finanziari – prosegue Bosoni -. Per questo motivo anche quest’anno nell’ambito de Trading on Line Expo abbiamo organizzat­o un convegno dedicato alla comprensio­ne delle caratteris­tiche fondamenta­li degli Etf e al loro corretto utilizzo da parte degli investitor­i».

dagli istituzion­ali al retail

Le masse in gestione agli Etf arrivano principalm­ente da operatori istituzion­ali (tra i più assidui utilizzato­ri figurano gli stessi gestori dei fondi comuni), perché le caratteris­tiche del prodotto si integrano bene nei processi di controllo dei rischi di portafogli­o. Gli Etf offrono la replica al 100% dell’indice sottostant­e e rispetto a un fondo attivo non espongono l’utilizzato­re al rischio esogeno riferito all’operato del gestore. Il rischio dell’Etf è pari a quello del sottostant­e: la volatilità è la stessa. Gli Etf aiutano quindi i processi di risk management, perché consentono di monitorare un solo rischio, quello sistematic­o del mercato di riferiment­o.

Benefici sempre più alla portata degli investitor­i privati che possono comprare gli Etf e diversific­are i loro portafogli anche con un modesto capitale iniziale.

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