Il Sole 24 Ore

La Top100 di ArtReview premia curatori e artisti

Obrist scalza i galleristi Iwan e Manuela Wirth I soliti italiani in classifica

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Sono tornati i curatori in testa alla classifica dei top 100 della rivista inglese d’arte contempora­nea ArtReview. Al primo posto tra i più influenti del 2016 c’è Hans Ulrich Obrist, direttore della Serpentine a Londra, che ha scavalcato i galleristi Iwan e Manuela Wirth, finiti al terzo posto. A Obrist segue Adam Szymczyk, balzato dal 16° al secondo posto grazie al suo ruolo di curatore di Documenta 2017. Rimangono in top ten anche il gallerista David Zwirner, Nicholas Serota, direttore uscente della Tate, a cui però quest’anno si aggiunge Frances Morris, nuova direttrice della Tate Modern, Larry Gagosian, e Adam D. Weinberg direttore del Whitney Museum. Entrano in top ten tre artisti: la sempre più apprezzata tedesca Hito Steyerl (classe 1966), il fotografo tedesco Wolfgang Tillmans (1968) e il famosissim­o attivista cinese Ai Weiwei (1957), che però ha perso posizioni rispetto al secondo posto del 2015. Chi è uscito dalla top ten è il direttore del MoMA Glenn D. Lowry, in 12ª posizione, e due donne che sembrano aver perso molto del loro prestigio: Marina Abramovic , che dall’8ª finisce in 46ª posizione, e Carolyn ChristovBa­kargiev, oggi alla direzione del Castello di Rivoli e della Gam di Torino, scivolata dalla 10ª in 61ª posizione. Apprezzato, invece, il lavoro di curatrici come Thelma Golden dello Studio Museum di Harlem (dal 47° al 29° posto), Donna Haraway, teorica femminista, new entry, e Christine Macel, anche lei nuova in classifica grazie alla nomina alla curatela della prossi- ma Biennale di Venezia nel 2017.

Tra gli italiani in classifica non cambia molto: si confermano più o meno nelle stesse posizioni Massimilia­no Gioni (il primo tra i connaziona­li sale al 15° posto dal 19°), Miuccia Prada (dal 61° passa al 45°) Massimo De Carlo (dal 72° sale al 61°), Patrizia Sandretto (dal 77° conquista il 72°) e il trio di Continua (dal 69° scende al 73°).

Spiccano quest’anno tanti nomi di artisti: tra le new entry ci sono il giovane Ed Atkins (50°), il gruppo Raqs Media Collective (86°), la sudafrican­a Zanele Muholi (95°) e l’islandese Ragnar Kjartansso­n (100°). Un altro artista che ha guadagnato posizioni è Theaster Gates, dalla 30ª alla 16ª posizione. La lista conferma, invece, la perdita di allure di Damien Hirst, fuori dalla Top100 dal 2013 – stupisce la decisione di Pinault di dedicargli una doppia mostra a Venezia durante la Biennale del 2017 –, e dei superpremi­ati dalle aste Jeef Koons che scivola dal 14° al 30° posto e Christophe­r Wool dal 59° all’80° gradino, mentre restano fuori dalla classifica – sebbene le loro opere siano nella top ten di Artprice (luglio 2015giugno 2016) – Maurizio Cattelan, Peter Doig e Richard Prince.

— S. A. B.

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