Il rinvio Bce sprona Borse e titoli bancari
Euforia sui rumor che danno fondi arabi in arrivo in soccorso di Deutsche Bank
L’atteso appuntamento con la Banca centrale europea si è confermato interlocutorio. Il presidente Mario Draghi ha tenuto ferma la barra degli stimoli monetari, non ha discusso la loro estensione e neppure una riduzione, ma ha chiarito che non finiranno all’improvviso. Ogni considerazione sulle prossime mosse è stata rinviata — come previsto — a dicembre, quando saranno disponibili le nuove proiezioni sull’economia. Le Borse europee, ferme in attesa delle conclusioni del Consiglio monetario della Ue, hanno ripreso a salire nel clima di propensione al rischio che ha pervaso i parterre almeno fino a giovedì 20 ottobre, giorno di chiusura di Plus24. Gli acquisti si sono riversati sulle azioni delle banche, sollevate dal dibattito sulla necessità di alzare i tassi a lungo termine che deprimono gli utili, ma anche rimbalzate sulle voci della partecipazione di fondi arabi alla ricapitalizzazione di Deutsche Bank. Le aziende di credito di Piazza Affari, effervescenti con i movimenti di consolidamento delle Popolari e con la questione Monte Paschi, hanno guadagnato quasi il 7% sul venerdì precedente (ma sono ancora sotto del 45% da gennaio) e hanno trainato il comparto europeo in aumento del 4,6 per cento.
L’ottimismo ha coinvolto pure le obbligazioni, sebbene il loro guadagno, che comporta una compressione dei rendimenti, sia in contraddizione con l’euforia sulle azioni bancarie, che ne patiscono gli effetti sui profitti dell'attività di intermediazione. In ogni caso, le quotazioni dei titoli di Stato dell’area Euro, che di avevano subito una flessione in scia a quelle americane in vista di un ridimensionamento delle politiche monetarie accomodanti, hanno recuperato terreno dopo il nulla di fatto della Bce, che sposta in là l’orizzonte degli investitori. Il rendimento del Bund tedesco è calato di nuovo verso lo zero in mezz’ora (dai 5 centesimi) e quello del BTp da 1,47% a 1,43%. In fondo, anche la Federal Reserve americana potrebbe essere meno aggressiva di quanto sembrasse, e il piano di rialzo del costo del denaro — già rivisto al ribasso — ancora meno incalzante. Solo il dollaro sembra imperturbabile e marcia tonico verso le elezioni Usa e il possibile ritocco della Fed, aiutato dalla fiacca delle altre divise (a 1,09 contro euro e vicino a 104 contro yen).