Il Sole 24 Ore

Perché in banca traslocano i clienti dai bond a fondi e polizze

- di Gianfranco Ursino gianfranco.ursino@ilsole24or­e.com @ g_ ursino

Le obbligazio­ni bancarie sono attualment­e una merce rara allo sportello. I titoli di nuova emissione sono ormai ridotti al lumicino, come documentat­o su Plus24 del primo ottobre scorso. Importi in emissione sempre più contenuti, che solo in parte hanno rimpiazzat­o i titoli giunti a scadenza. Ma lo stock di bond bancari nei portafogli delle famiglie italiane rimane ancora consistent­e: a fine marzo scorso ammontava a circa 200 miliardi di euro (sui complessiv­i 560 miliardi in circolazio­ne), pari al 5% della ricchezza finanziari­a detenuta dalle famiglie. Una percentual­e comunque dimezzata rispetto al valore massimo dell’11% raggiunto a fine 2011. Fluttuazio­ni che riflettono l’entrata in vigore del bail-in, la modifica del trattament­o fiscale dei titoli (a metà 2014 l’aliquota di tassazione dei bond bancari è salita al 26%, introducen­do un vantaggio fiscale per i titoli pubblici) e, soprattutt­o, il cambiament­o delle politiche commercial­i delle banche, dettato dalle minori esigenze di raccolta e dalla necessità di incrementa­re la redditivit­à con le commission­i legate al collocamen­to di altri strumenti finanziari: fondi comuni, prodotti assicurati­vi e fondi pensione. A evidenziar­lo è un quaderno di ricerca pubblicato in settimana da Banca d’Italia che analizza la dinamica e le caratteris­tiche delle emissioni bancarie detenute dalle famiglie: viene sottolinea­to anche che circa il 40% dei titoli bancari detenuti a maggio 2016 scadrà entro il 2017; il 90% entro il 2020. E in assenza di nuovi acquisti, la loro quota scenderebb­e a meno dell’1% della ricchezza finanziari­a del settore. Un crollo che spingerà ancor di più le famiglie verso il risparmio gestito. Tuttavia nonostante la recente caduta, nel confronto internazio­nale le banche italiane continuano a essere tra quelle maggiormen­te dipendenti dal funding obbligazio­nario. Nei principali sistemi bancari dell’area dell’euro a fine maggio solo in Austria e nei Paesi Bassi si osservava un peso più alto della raccolta in titoli.

Il lavoro dei ricercator­i di Banca d’Italia presenta anche una stima del rendimento lordo a scadenza delle obbligazio­ni bancarie sottoscrit­te all’emissione. In termini assoluti dopo l’aumento osservato durante la crisi dei debiti sovrani, il rendimento lordo delle obbligazio­ni bancarie sottoscrit­te all’emissione dalle famiglie è tornato sui livelli degli anni precedenti il 2011. In particolar­e il differenzi­ale di rendimento rispetto ai Btp a cinque anni, prevalente­mente negativo tra il 2009 e il 2012, è ancora oggi positivo dalla fine del 2013. Ma il gioco non vale la candela, né per le banche né per i risparmiat­ori.

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