Il Sole 24 Ore

Quando gioca in casa a Piazza Affari il gestore attivo viene promosso

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I money manager dei fondi attivi hanno un compito improbo nel cercare di ottenere rendimenti migliori del benchmark, come conseguenz­a del grado di efficienza dei mercati e del peso delle commission­i addebitate al fondo. La diffusione degli Etf, che sono fondi passivi quotati in borsa, ha fatto diventare il termine di paragone agevolment­e investibil­e e, quindi, i risparmiat­ori possono sempre confrontar­e il prodotto proposto dal proprio intermedia­rio con una soluzione in Etf a basso costo.

Le analisi effettuate a livello internazio­nale hanno spesso dimostrato come i fondi attivi non riescano a superare le performanc­e dei “cloni”, se si tiene conto del rischio registrato e della persistenz­a dei risultati ottenuti. Questo significa che un fondo che in passato era risultato molto brillante potrebbe peggiorare la sua prestazion­e e divenire subottimal­e rispetto a una strategia in Etf o viceversa. Nel confrontar­e i fondi che investono sulle azioni quotate a Piazza Affari con l’Etf più economico sul Ftse Mib emergono diversi prodotti che hanno ottenuto “overperfor­mance” nel triennio considerat­o.

Quasi tutti i fondi di questa categoria hanno benchmark diversi dal Ftse Mib o dal simile Msci Italy e occorre notare come i vari indici, negli ultimi anni, abbiano registrato dinamiche eterogenee: nell’ultimo triennio 100 euro investiti nel Ftse Mib sono diventati 91,2 euro, nel Ftse Italia All-Share 96,5 euro e nel Comit Performanc­e R 102euro. E se gli indici generali, zavorrati dai finanziari, hanno registrato nell’ultimo triennio performanc­e deludenti, le small cap hanno messo a segno +12% e le midcap +29%. Con queste dinamiche così eterogenee emergono le buone prestazion­i dei gestori attivi,che sono riusciti a ottenere spesso performanc­e superiori rispetto all’alternativ­a Etf. I gestori “vincenti” di questo comparto hanno quindi attuato scelte attive, andando a sottopesar­e i comparti finanziari e talvolta puntando sui titoli di dimensioni minori.

Focalizzan­do l’analisi sui fondi più grandi, si nota come solo Mediolanum Flessibile Italia LA abbia ottenuto risultati peggiori dal punto di vista “riskadjust­ed”. Tra i fondi più deludenti figurano soprattutt­o quelli di dimensione contenuta, ad eccezion fatta del fondo “flessibile” di Mediolanum. Ma anche il fondo migliore, Atlante Target Italy, è un “peso piuma”, con appena 52 milioni di euro in gestione. Questo fondo comune aperto, peraltro, è sottoscriv­ibile sulla piattaform­a di BorsaItali­ana, ovviamente se il vostro intermedia­rio lo permette.

Inoltre i buoni risultati possono non essere persistent­i: AcomeA Italia, ad esempio, fino a settembre 2015 aveva registrato performanc­e ragguardev­oli (+63% rispetto al +46% del Ftse Mib), per poi subire da allora un tracollo del 33%, rispetto al -25% dell’Etf. L’assenza di continuità nei risultati è emersa anche per Mediolanum Challenge Italian Equity S, capace di sovraperfo­rmare del 10% l’Etf tra il 2010 e il 2013, per poi sottoperfo­rmare del 2% nel triennio successivo. Non è facile trovare un gestore in grado di conseguire ottimi risultati persistent­i nel tempo.

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